…ma l’è
un furest !
(ma è un forestiero)
Tipica scenetta trecatese. La campana ha da poco annunciato un decesso e l’epigrafe mortuaria gronda ancora di colla fresca sulla bacheca fuori dalla chiesa. C’è già un crocchio di donne che si chiedono incuriosite chi è il morto. Qualcuna tenta di dipanare l’intricata matassa della parentela con le scarne notizie dello scritto, si fatica a risalire alla verità… eppure chi è ? Ma ecco la voce decisa della solita bene informata: “…ma l’è un furest!”. Allora tutte sollevate e liberate dalla faticosa ricerca, troncano ogni commento, ogni espressione di condoglianza, ogni addolorata considerazione per l’ancor giovane età… Insomma, è un forestiero. Quanti forestieri ci sono a Trecate, quanti siamo forestieri in questa città eppure ci troviamo bene, io ci sono ritornato da solo due anni e qualche mese ma mi sento a casa. Tento di contribuire a rendere la vita un po’ più bella e con me lo fanno tanti altri cittadini provenienti da luoghi, regioni, nazioni diverse.
Girando sovente in bicicletta, vedo il mondo che cammina per le vie di Trecate. Certo Trecate è parte del mondo, una piccola parte, ma significativa, importante. Trecate è mondo per tantissimi che se ne sono accorti ed hanno accettato di farne parte, è mondo anche per chi ha paura di allargare i propri orizzonti e li limita al balcone di fronte. Ma il cammino della Storia ci porta a spalancare le nostre porte, i nostri confini verso l’umanità che cammina sulle strade del Pianeta. Vorrei anch’io cliccare sulla … e dire che Trecate ha la vocazione dell’accoglienza nel suo dna, la vocazione del fare posto all’ultimo arrivato, come è successo per me e per tanti venuti da lontano. Ecco perché Trecate è città: gente che fa fiorire le sue radici cariche di storia e tradizione cristiana di gemme nuove e variopinte, finestre che si spalancano su questa nuova primavera.
don Ettore