Il tempo dell’Emmanuele
(Mc 6,7-13)
Ci sono tre fasi nel discepolato di Gesù
Anzitutto è Gesù che chiama singolarmente ognuno dei Dodici…
…poi li raccoglie in una dimensione comunitaria per ‘essere con Lui’ (Mc 3, 14)…
… ora questi individui, diventati fratelli sono inviati a due a due per annunciare il Regno.
Dalla dispersione alla comunione, dalla comunione alla missione!
E Gesù oggi indica quale deve essere la ‘carta d’identità’ del missionario: anzitutto si è mandati da Gesù. Lui è il primo di molti fratelli che vogliono annunciare al mondo il volto del Padre misericordioso…
Si va due a due: per testimoniare la fraternità, che significa non bastare a se stessi, per ritrovare nei lineamenti del fratello e della sorella i lineamenti di Gesù, specie quando me lo dimentico.
E la missione va fatta come Lui e con Lui, nella povertà perché si annuncia la croce che ha salvato il mondo… quello che converte non sono le parole convincenti o i mezzi fantasmagorici, ma la testimonianza di una vita totalmente affidata e quindi capace di farsi sostegno ai fratelli… ‘E chi avrà dato anche solo un bicchiere di acqua fresca a uno di questi piccoli…’
Infine qualcosa che ci fa storcere il naso… Gesù ci dice che per annunciarlo veramente, per far del bene, dobbiamo ricevere accoglienza e imparare ad essere accolti! Cioè dobbiamo fare l’esperienza del figlio, quella di essere accolto ed amato: non io faccio qualcosa ma sperimento su di me la cura del Padre misericordioso… solo così potrò ridonarla ai fratelli!
Inviati dalla Parola ma chiedendo che la Parola ci custodisca:
E’ vero che la parola di Dio è efficace per sé; non è la mia testimonianza a renderla credibile. Tuttavia la mia controtestimonianza ha il potere di renderla incredibile. Nel male ho sempre potere maggiore che nel bene: non so creare un fiore, quello è dono gratuito di Dio, ma posso sempre distruggerlo(S. Fausti).