don-Alessandro

Venite e vedrete!

Tante volte, in quest’anno di presenza a Trecate, mi sono sentito rivolgere, con una frequenza maggiore delle altre, alcune domande dalla gente che ho incontrato: sapere chi fossi, cosa facessi e dove abitassi. Sembra strano, ma dopo dodici mesi poche persone sanno dov’è situata la mia casa e cosa faccio tutti i giorni. E mi domando il perché. Comunque posso dire di essere stato ordinato il 23 giugno 2001 nel Duomo di Novara da mons. Renato Corti: è stato un giorno in cui nella mia vita si è ravvivata la luce della fede, ricevuta nel Battesimo e ho avuto la possibilità di tradurre il tutto in fatti concreti. Sono stato “buttato” da una parte all’altra della Diocesi e ho dovuto cambiare diverse Parrocchie e comunità, quattro fino ad oggi. Non è sempre facile ricominciare e ricostruire, ma con l’aiuto di Dio si riesce a fare qualcosa. È realmente mettersi a servizio di Dio e degli uomini. Ricevere il sacramento dell’Ordine, non significa, almeno nel mio caso, diventare perfetto; i miei limiti e difetti rimangono, ma, per grazia di Dio, si ha la capacità di migliorare affidandosi a Cristo. Una cosa molto difficile è l’essere chiamati a diventare ogni giorno uomo della comunione: quanto è difficile di fronte a diverse persone che hanno motivazioni distanti dal Vangelo e pensano più a se che agli altri. Ma importa poco: anche quando possono sorgere dubbi, occorre continuare a camminare con decisione e con il Suo aiuto. Gesù è al centro di tutto quanto si fa. In questo momento cerco di svolgere il mio ministero nella Parrocchia di Trecate, diventata ormai la mia nuova “casa”. Mi occupo di varie cose affidatemi dal pastore della nostra comunità: catechesi dell’Iniziazione Cristiana, pastorale scolastica, liturgia, formazione, Bollettino trecatese… ma soprattutto cerco di essere sacerdote e di “fare” ciò che gli è proprio. Cerco di vivere in comunione con gli atri sacerdoti della Parrocchia, tentando di costruire relazioni autentiche, aperte, sincere, vere e leali. Questo è anche quanto si tenta di mettere in pratica con tutte le persone che incontro nella mia giornata e che sono fratelli e sorelle in Cristo. Può sembrare poco rispetto ad altri, ma ora a questo sono stato chiamato. Facile, difficile, che riesca a far bene tutte queste cose, non sta a me giudicarlo; lo lascio unicamente al Signore Gesù, al quale occorre sempre affidarsi: solo Lui mi rimane fedele, mi resta accanto in ogni situazione e mi accetta per quello che sono nel profondo e non tanto “per il potere, per il ruolo o per le amicizie che ho”. Tante altre cose potrei ancora dire. Per ascoltare il resto è sufficiente cercarmi in chiesa o in un altro posto sperduto e lontano, nel quale sembra che vi abiti solo una persona: in Casa parrocchiale, in piazza san Clemente. È ormai da un anno che abito li, tra il piano terra in cui incontro le persone e il primo piano, dove ho un letto per riposare e una cucina per mangiare con gli altri “confratelli”. Venite e vedrete!

Don Alessandro