Il ministero del sacerdote

Molta gente criticava Gesù perché perdonava i peccatori, frequentava gli esclusi e dialogava con i pagani. Lui è venuto per guarire e risanare chi è malato o ferito; è un compagno di viaggio che si ferma davanti a chi è ai margini delle strade. Questo è il Vangelo della Misericordia che è stato consegnato, nel giorno dell’ordinazione, a chi è diventato sacerdote, divenendo così ministro della Misericordia. È una missione che qualifica il sacramento ricevuto; non una semplice qualità che si può usare a piacimento, ma una realtà che trasforma la persona stessa.

Senza la pratica della misericordia a ogni livello e in ogni settore della vita umana, si rischia di perdere “l’umano” che contraddistingue ogni persona: la Misericordia di Dio non è un sentimento di cui l’uomo si possa rivestire o spogliare, ma una dimensione che attraversa la sua stessa identità. Per essere veramente umani, bisogna essere misericordiosi. Allora va sempre ricordato come ogni sacerdote sia a servizio della Misericordia di Dio che lo impegna ad amministrare il sacramento e a celebrarlo con la vita e una rinnovata pastorale. Lui è il primo peccatore e il primo perdonato, che si fa strumento nelle mani di Dio; ciò coinvolge tutta la sua vita e si concretizza nell’attenzione alla Parola di Dio, alla correzione fraterna, al digiuno, alla preghiera e alla carità. Tale aspetto decisivo del sacerdozio è diventato oggi marginale o inutile per molti cristiani, che preferiscono rivolgersi al pastore per necessità psicologiche, materiali o economiche.

D’altra parte, riconosciamolo, abbiamo preti che hanno tralasciato il ministero di confessore, ritenendo più utili altre forme di pastorale perché più soddisfacenti a livello umano. Noi cristiani dobbiamo chiedere e pretendere che i sacerdoti ‘facciano i sacerdoti’ e non altro: vanno incoraggiati e non criticati, sostenuti e non lasciati soli, incontrati e non abbandonati, apprezzati e non sfruttati. Con questi appoggi, essi potranno eccedere, senza paura, nella misericordia ed essere ‘persone del perdono’. Avranno la possibilità di essere fedeli a Dio, mettendo in pratica la Sua Parola ed entrando in relazione con tutte le persone che incontrano. A poco a poco apprenderanno a imitare, nella loro povertà e miseria, il modello unico cui conformarsi. A noi battezzati il compito di aiutare i sacerdoti a essere ministri della Misericordia, scaturita dalla comunione con Gesù e dalla compassione verso i fratelli. Impariamo a chiedere, con umiltà e sincerità, perdono al Padre misericordioso, che ci aspetta sempre per farci rientrare nella Sua casa; impariamo a riconciliarci e a perdonare coloro che ci hanno offesi o fatto del male. Solo la logica dell’amore potrà farci giungere al cuore di Dio e dei fratelli.

 

Trama di tutta la storia

Il tema della Misericordia attraversa, come un filo conduttore, tutta la Scrittura: fin dal principio Dio si è rivelato come Amore misericordioso. Davanti al peccato dell’uomo, ha promesso di salvarlo, dandogli una nuova possibilità di riacquistare il proprio essere figlio. Dio è Misericordia da sempre: questa è l’esperienza che il popolo d’Israele ha continuamente fatto nella propria storia; questa è la realtà realizzata in Gesù Cristo che è la Misericordia di Dio in persona. Lui, nel Suo essere ed agire, è Misericordia. Per la mentalità di oggi è un vero scandalo, una rivoluzione, perché siamo più portati a giudicare e a condannare immediatamente gli altri, senza possibilità di appello. Ciò mostra come, diverse volte, non abbiamo incontrato la persona di Gesù, ma l’abbiamo confusa con una serie di norme, regole e dottrine da mettere in pratica, senza un’adesione autentica alla Sua essenza.

La fede cristiana, infatti, è incontro con una persona: si trasforma in un evento di salvezza capace di educare alla scoperta della Misericordia di Dio. Essere credenti ha senso nella misura in cui siamo educati a fidarci del Padre e diventare a nostra volta portatori di quanto ci è donato. La misericordia ricevuta va ‘personalizzata’ e resa viva, affinché ribalti la nostra vita nel modo di pensare, parlare, giudicare e agire: le relazioni umane sono trasformate nel profondo, diventando più autentiche e disponibili. Cambia anche la vita della comunità e si può arrivare, a poco a poco, a modificare la cultura in cui siamo inseriti.

Entrare in contatto con il Dio di Gesù Cristo rende infatti capaci di ascoltare, parlare, avvicinarsi gli uni agli altri, condividere le proprie convinzioni senza anatemi e insulti. Consente di riscoprire con chiarezza quegli atteggiamenti necessari per vivere da cristiani veri nel mondo contemporaneo. Occorre annunciare con forza che sempre il Signore ci chiama ad abbandonare ogni tentativo di salvarci con le nostre mani: questo è condannato al fallimento e alla successiva disperazione che abita le giornate degli uomini. Siamo chiamati ad affidarci completamente a Lui, che ha agito con costanza nella logica del bene, dell’esclusione dello scarto, del dono gratuito e della cultura dell’incontro.

Sono trascorse migliaia di anni e abbiamo sempre necessità di contemplare Dio e il mistero della Misericordia. Essa è fonte di gioia, di serenità e di pace. È l’atto ultimo e supremo con il quale Dio ci viene incontro. Misericordia: la legge fondamentale che abita nel cuore di ogni persona quando guarda con occhi onesti e privi di pregiudizio il fratello che incontra nel cammino della vita. Misericordia: la via che unisce Dio e l’uomo, perché apre il cuore alla certezza di essere amati da sempre, nonostante il limite del nostro peccato.

 

Alessandro Maffiolini