Portiamola su tutta la Terra
Con la domenica di Pasqua, viene naturale chiedersi come fare a immettere in questo mondo la Misericordia di Dio. È un mondo dominato da scienza e tecnologia, in cui sembra non esservi spazio sufficiente per l’amore donato. E questo emerge con sempre maggior forza dalla violenta distruzione della vita umana, del suo habitat e dalla volontà di chiudersi verso quanti hanno bisogno di aiuto. Per questo una persona che si professa cristiana non può non riflettere attentamente su quello che Gesù ha indicato come cammino della Misericordia. Esiste però un pericolo: trattare gli altri dall’alto al basso e umiliare le persone; sentire che quanto facciamo non è vera Misericordia. La Pasqua ci spinge a non coprire il nostro egoismo e a lasciare la libertà ai fratelli.
Normalmente verso la Chiesa si hanno due atteggiamenti: in uno essa è luogo della Misericordia, nell’altro è priva di questa caratteristica, quando non accondiscende ai desideri, ai sentimenti e a ciò che gli individui vogliono. Ogni battezzato deve prendere più profonda e particolare coscienza della necessità e urgenza di rendere testimonianza alla Misericordia di Dio: Essa va praticata concretamente nella vita e bisogna cercare di inserirla anche in quella di tutti gli uomini di buona volontà. Esiste quasi un diritto di implorarla verso quelle situazioni di male, di egoismo e di chiusura per manifestare l’amore di Dio a ogni uomo. Una persona vive una vita autentica e vera nella misura in cui proclama la Misericordia e accetta di far avvicinare i propri conoscenti a questo grande tesoro. Il mondo non può prescindere dall’incontro col Cristo Risorto e dalla comunione profonda con Lui che nasce dall’Eucaristia, dai sacramenti e dalle opere di Misericordia; altrimenti il mondo andrà verso una lotta senza quartiere.
Dalla Risurrezione nasce l’invito alla conversione, a scoprire la Misericordia del Padre, il Suo amore paziente e benigno, che rimane fedele all’umanità per sempre, anche quando questa si allontana da Dio e dagli ultimi. Nessun peccato può prevalere su Dio e sul Suo infinito amore: solo la nostra libertà può opporsi a Lui e porre ostacoli all’amore gratuito e incondizionato. Dio per mezzo del Figlio Risorto rimane fedele, perché non può rinnegare Se stesso. È una fedeltà senza limiti: Lui è sempre affidabile e veritiero; è una presenza stabile e certa che desidera per noi unicamente la felicità.
Misericordia, quindi, è l’altro nome di Dio. Gesù ha agito sempre per questo: il Suo visitare le città, percorrere le strade, superare i confini, vedere e toccare le persone, sedersi alle tavole più incredibili, conversare, perdonare, consolare, dare voce, hanno gettato il seme della Misericordia nella storia di allora e di oggi. La luce della Risurrezione può permetterci di denunciare la causa del male, della povertà, dei disequilibri sociali e di trasformarci in discepoli autentici e coraggiosi. Queste brevi riflessioni diventano la certezza della nostra fede. E quindi, in questo Giubileo della Misericordia, affidiamoci completamente a Lui e sperimentiamo la gioia di essere amati da questo Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e grande nell’amore.
Diventiamo suoi annunciatori
In quest’anno giubilare la domenica dopo Pasqua assume un significato ancora più pregnante. Ci aiuta a comprendere meglio chi è quel Dio che ci ha sacrificato il proprio Figlio perché noi tutti avessimo la vita vera e potessimo aspirare alla vita eterna. Lui è un Dio che partecipa delle vicende del Suo popolo, manifesta continuamente il Suo amore e soffre ogni volta in cui esso si allontana. Desidera che ogni essere umano faccia esperienza di Lui, lo riscopra come più grande delle debolezze umane e si muova verso la Misericordia. L’essere misericordioso fa parte di Dio stesso, è il Suo nome: nasce dall’esigenza del Suo cuore e si rende comprensibile nella sua libera, gratuita e stabile disposizione benevola nei nostri confronti.
Dio è misericordioso perché è sempre fedele al suo amore paterno e alla sua alleanza. Tutte le caratteristiche di Dio misericordioso si manifestano pienamente nella persona di Suo Figlio, Morto e Risorto. Dio partecipa alle vicende del Suo popolo e diventa per questi aiuto e protezione; dona la Sua stessa vita perché Lo riconoscano più grande delle loro miserie e siano capaci di chiedere la Sua Misericordia e diventare a loro volta misericordiosi. Percepire un Dio così può suscitare nell’umanità e in ogni trecatese il desiderio di un’autentica conversione. È indicato lo stretto legame tra il mistero pasquale della Redenzione e la festa della Misericordia. È il modo in cui Cristo riversa tutto un mare di grazie su quanti si avvicinano alla sorgente della Sua Misericordia: sono aperti i canali attraverso cui scorrono i doni divini. Per questo non dobbiamo avere paura di essere suoi annunciatori: certo portiamo una realtà inaudita e capace di superare le nostre abilità. È il mistero della sovrabbondanza dei doni di Dio.
Nessun trecatese deve aver paura di annunciare l’amore infinito ed eterno del Padre, pronto a restituirci la dignità di figli che perdiamo con le nostre scelte egoistiche e di potere. Proclamiamo con coraggio una Misericordia che cancella totalmente il peccato. La Misericordia che si manifesta nella persona di Gesù non è mai arrogante, ma è quella di un servitore semplice e umile di cuore. Non precipita dall’alto, non mantiene le distanze, si fa vicina. Non è sentimentalismo: è Dio che entra in noi e ci guida con decisione. Quest’amore illumina anche il volto della Chiesa, si manifesta sia mediante i Sacramenti (soprattutto la Riconciliazione), sia con le opere di carità, comunitarie e individuali. Tutto ciò che la Chiesa dice e compie chiarisce la Misericordia che Dio nutre per l’uomo.
Dalla Misericordia divina, che rasserena i cuori, sgorga poi l’autentica pace nel mondo e tra popoli. Diciamolo a tutti: fuori dalla Misericordia del Padre non esiste alcuna fonte di speranza per gli esseri umani. È un messaggio che riconduce al volto di Cristo, massima rivelazione della Misericordia di Dio. Contempliamo costantemente quel Volto: questa è l’eredità che Egli ci ha lasciato e che noi con gioia accogliamo, facciamo nostra e diffondiamo con la nostra vita in tutta la Terra.
Alessandro Maffiolini