Cammino di conversione aperto a tutti
Misericordia è una parola del cuore. Appartiene al Vangelo e al Dna del cristiano: rappresenta un’esperienza unica, capace di rigenerare una vita e una comunità intera. Nei gesti di accoglienza di una nuova vita si riconoscono i tratti della misericordia. Quest’amore la illumina e, a poco a poco, la fa diventare essa stessa luminosa. Per questo ci si sente rigenerati quando si riceve e si dona Misericordia. Ogni opera di Misericordia segna una nascita o un cambiamento. Con grande insistenza papa Francesco continua a ricordarci che nessuno è escluso. Il desiderio di misericordia è universale. È iniziato da alcuni mesi il Giubileo ed ecco che siamo davanti a quaranta giorni speciali, un tempo forte, di gioia intima ed intensa, quella delle cose sincere che diventano l’avventura della Misericordia. È una scommessa che Dio propone alla Chiesa intera e a tutti i Suoi figli, nessuno escluso: la Quaresima è uno “spazio privilegiato per far esperienza personale della Misericordia di Dio” e, nello stesso tempo, esprimere misericordia verso ogni fratello. Potremmo dire con forza che Dio è Misericordia: allora anche i Suoi figli devono esserlo nel modo più concreto possibile. In questi quaranta giorni, inoltre, ogni battezzato è chiamato a rinnovare se stesso e, dal segno delle ceneri, a prendere la decisione irrevocabile nella sua vita di lasciarsi incontrare da Cristo e di cercarlo ogni istante. È un invito rivolto a tutti, perché il Padre ama ogni persona e desidera la sua felicità; anzi Lui è già un passo avanti a noi per guidarci, esserci vicino sempre e spalancare le Sue braccia per prenderci con Sé. Riconosciamo di avere bisogno di Dio e facciamo un passo verso di Lui e i nostri fratelli: ci accorgeremo che è più vicino di quanto immaginiamo. Egli perdona settanta volte sette. Dio, per mezzo del Figlio Gesù, “torna a caricarci sulle Sue spalle una volta dopo l’altra. Nessuno potrà toglierci la dignità che ci conferisce quest’amore infinito e incrollabile. Egli ci permette di alzare la testa e ricominciare, con una tenerezza che mai ci delude e che sempre può restituirci la gioia”. Non fuggiamo dal cammino proposto in questo Giubileo, non diamoci mai per vinti: “Nulla può più della Sua vita che ci spinge in avanti”. Da questo arriva l’inizio della conversione. L’incontro con Gesù diventa affascinante e ci sospinge a desiderare di parlare, agire, pensare come ha fatto Lui. La Quaresima va’ vista come liberazione, come cammino di libertà verso la scelta di Dio che deve diventare sempre più cardine della nostra vita e unico criterio per “il nostro cuore e la nostra mente”. Più rimandiamo la nostra conversione, più rimandiamo la nostra liberazione e la nostra felicità. Allora avanti tutta: siamo davanti ad un tempo favorevole alla Misericordia.
Una proposta rivolta a ognuno di noi
Alcune volte i battezzati, compresi noi trecatesi, pensano che la fede possa essere vissuta solo con la partecipazione all’Eucaristia o con un certo modo di pregare, escludendo dalla propria vita le esigenze delle persone e l’importanza di un’esistenza coerente con quanto vissuto nei Sacramenti. “Il risultato è che quel tipo di fede presto o tardi diventa sterile e insipida”. Invece quando ci si apre a una dimensione più completa che, se ci pensiamo bene, è quella evangelica, allora la fede diventa esperienza gioiosa e contagiosa, arricchente e appassionante. Lo sperimentiamo le volte in cui la nostra Comunità accoglie la sfida di aprirsi alle diverse forme di povertà. Non sempre è facile, perché certe volte è necessario “fare i conti con una mentalità che è consolidata e che difficilmente si apre al nuovo”; però è una strada possibile e, soprattutto, è quanto ci chiede Gesù nel Vangelo. Ogni giorno va’ ricordato che l’ultima parola di Dio sul male dell’uomo e sulla storia, è della Sua Misericordia, capace di fare nuove tutte le cose. Questa è la novità che anche a Trecate dobbiamo accogliere e fare nostra: la città sarà così realmente cristiana e potrà dire di vivere bene il Giubileo indetto da Papa Francesco. La proposta è rivolta a tutti: nessuno è escluso o può considerarsi tale. Nel tempo che iniziamo, mettiamoci in ascolto della Parola di Dio, lasciandoci contagiare e iniziando a vivere la proposta che ci attende. Il digiuno ci prepara alla vita nuova in Cristo e ci permette di essere ricettivi alla vita divina che irromperà a Pasqua. La preghiera si rivela anche l’arte più difficile da apprendere, perché significa dare del ‘tu’ a Dio e chiamarlo Padre. È poi importante riscoprire il valore dell’elemosina, dell’intervento immediato, che non pretende di risolvere tutto, ma fa quello che è possibile al momento. Le opere di Misericordia sono perciò frutto di conversione di un cuore intenerito dalla Misericordia di Dio e pure di una buona animazione e organizzazione comunitaria. Riconosciamo molta generosità personale, ci sono tante opere, ma dobbiamo crescere nella consapevolezza ecclesiale dei segni, dei gesti, delle opere di Misericordia che lasciano intravvedere il volto di Gesù! “Il recupero delle sette opere di Misericordia corporale, derivate dalla predicazione e dai gesti di Gesù, aiuta in tal senso a verificare l’immagine complessiva di carità che offriamo come Chiesa, a partire da ciascuna comunità particolare”. Ricordiamoci bene: vanno considerate e vissute tutte e sette, non soltanto le prime! Solo così viviamo il Vangelo e possiamo dirci credenti. Superiamo con forza e senza paura le divisioni presenti tra noi e permettiamo alla nostra cara Trecate di risplendere come città capace di donare misericordia e accoglienza a tutti i figli di Dio.
Alessandro Maffiolini