La vita, le opere e i segni
Francesco Forgione nasce il 25 maggio 1887 a Pietrelcina, piccolo comune campano vicino a Benevento, da Grazio Forgione e Maria Giuseppa Di Nunzio, piccoli proprietari terrieri. La madre è una donna molto religiosa: viene battezzato il giorno successivo alla nascita col nome del grande Santo d’Assisi. Dal diario di Padre Agostino da San Marco in Lamis, che fu uno dei suoi direttori spirituali, si viene a sapere che fin dal 1892, quando aveva solo cinque anni, viveva già le sue prime esperienze carismatiche. Estasi ed apparizioni sono così frequenti che il bambino le ritiene assolutamente normali. A 16 anni, il 6 gennaio 1903, entra nel noviziato dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini a Morcone dove il 22 dello stesso mese veste l’abito francescano e si chiama fra Pio. Terminato l’anno di noviziato, emette la professione dei voti semplici e il 27 gennaio 1907 quella dei voti solenni. Dopo sei anni di studi compiuti in vari conventi, riceve l’ordinazione sacerdotale il 10 agosto 1910 a Benevento. Nel settembre del 1916 è mandato al convento di San Giovanni Rotondo e vi rimane fino alla morte.
Il 20 settembre 1918, dopo aver meditato sulla Passione e morte di Gesù nei misteri dolorosi del Rosario, davanti al Crocifisso del coro della chiesa del convento, Padre Pio riceve le stimmate alle mani, ai piedi ed al costato, i segni della passione di Cristo già annunciati nelle giornate tra il 5 ed il 6 agosto con il prodigio della trasverberazione (ferita al costato). Questi doni straordinari, uniti ai carismi che abbondano in Padre Pio, dalle guarigioni alle conversioni, alla bilocazione, alla preghiera incessante, alla ininterrotta attività di confessore, richiamano folle sempre crescenti di fedeli e curiosi, ma portano anche un lungo periodo di persecuzioni e polemiche. In questo tempo inizia anche a soffrire di strane malattie di cui non si è mai avuta un’esatta diagnosi e che lo faranno soffrire.
Dal maggio del 1919 all’ottobre dello stesso anno riceve la visita di diversi medici per esaminare le stigmate. La Santa Sede lo sottopone inoltre a numerose inchieste per accertare l’autenticità del fenomeno e indagare sulla sua personalità. La salute non buona lo costringe ad alternare alla vita conventuale continue parentesi di convalescenza al suo paese. Dalla sua guida spirituale nascono i Gruppi di Preghiera che rapidamente si diffondono in tutta Italia e in vari Paesi esteri. Nello stesso tempo attua il sollievo della sofferenza costruendo, con l’aiuto dei fedeli, un ospedale al quale dà il nome di “Casa Sollievo della Sofferenza”, che è diventato nel tempo un’autentica città ospedaliera.
Il 22 settembre 1968, a ottantuno anni, Padre Pio celebra la sua ultima Messa e nella notte del giorno 23 muore portando con sé il mistero di cui tutta la sua vita è stata in fondo ammantata. La Santa Sede il 29 novembre 1982, concede il nulla osta per l’apertura della causa di canonizzazione. Papa Giovanni Paolo II lo proclama beato il 2 maggio 1999 e il 16 giugno 2002 lo dichiara santo.
La voce della Misericordia
Ecco alcune frasi del Santo sul tema della Misericordia:
Col pensiero e nella confessione non si deve tornare sulle colpe accusate nelle confessioni precedenti. Per la nostra contrizione Gesù le ha perdonate al tribunale di penitenza.
Guardati dalle ansietà ed inquietudini, perché non vi è cosa che maggiormente impedisca il camminare nella perfezione. Poni, figliuola mia, dolcemente il tuo cuore nelle piaghe di nostro Signore, ma non a forza di braccia. Abbi una gran confidenza nella Sua Misericordia e Bontà, ch’Egli non ti abbandonerà mai, ma non lasciare per questo di abbracciare bene la Sua santa croce.
So che il Signore permette questi assalti al demonio perché la Sua Misericordia vi rende a sé care e vuole che voi pure lo rassomigliate nelle angosce del deserto, dell’orto, della croce; ma vi dovete difendere allontanandolo e disprezzando le sue maligne insinuazioni in nome di Dio e della santa ubbidienza.
Dio vi lascia in quelle tenebre per la Sua gloria; qui è il vostro grande profitto spirituale. Dio vuole che le vostre miserie siano il trono della Sua Misericordia e le vostre impotenze il seggio della Sua onnipotenza.
Sento sempre più il grande bisogno di abbandonarmi con più fiducia alla Divina Misericordia e riporre in Dio solo l’unica mia speranza.
Terribile è la giustizia di Dio. Ma non scordiamo che anche la Sua Misericordia è infinita.
Il Signore talvolta ti fa sentire il peso della croce. Questo peso ti sembra intollerabile, ma tu lo porti perché il Signore nel Suo Amore e nella Sua Misericordia ti stende la mano e ti dà la forza.
Nel tumultuar delle passioni e delle avverse vicende ci sorregga la cara speranza della Sua inesauribile Misericordia: corriamo fidenti al tribunale di penitenza, ove Egli con ansia di padre in ogni istante ci attende.
A cura di Alessandro Maffiolini