Siamo abbattuti e stanchi, delusi e tristi, ogni volta che da soli non ce la facciamo a venire fuori da difficoltà e sofferenze. In queste situazioni noi sperimentiamo tutta la nostra fragilità perché le nostre energie e la nostra forza non bastano: lo scoraggiamento e l’abbandono sembrano comandare sulla nostra vita e sui nostri sentimenti. Gesù allora si accosta a noi, ci afferra per mano, ci rialza e ci rimette in cammino. “Non si sostituisce a noi, ma alleggerisce il nostro cuore, ci libera dai pesi che ci impediscono di andare avanti. Non ci sottrae alla fatica e alla ricerca, ma ci toglie dall’inerzia e ci ridona la voglia di camminare, di seguirlo”. Troppe volte noi ci arrendiamo a quelle situazioni che sembrano non lasciare via d’uscita e non abbiamo più la forza di andare avanti, specialmente quando sono familiari o amici che ci colpiscono e tradiscono. I Vangeli però ci ricordano che se chiediamo il suo aiuto, Gesù è disposto a raggiungerci, a “sbloccare” la situazione. È esperienza di grazia che diventa misericordia e compassione, liberazione e forza, luce e saggezza. È “una spinta che ci assicura di poter affrontare in modo nuovo gli ostacoli che ci stanno davanti”. “Non temere” dice Gesù: il linguaggio della fede, dunque, ci invita a considerare l’esistenza sotto una luce positiva. I miracoli, specialmente le risurrezioni, testimoniano che Gesù è venuto a comunicare la vita; essi costituiscono il segno del cammino cui l’umanità è chiamata: la vita eterna. Potremmo dire che il messaggio cristiano è tutto qui: chi partecipa al Cristo, partecipa alla vita. Dopo Cristo e la sua risurrezione, chi crede, anche se sa di dover morire, vede la morte come un momento per passare a una vita senza fine. Già da ora, accompagnati da Gesù, possiamo diventare “il mantello” che ogni persona può toccare per sentire la presenza di Dio accanto a se. Inoltre, Gesù, aiutando le persone bisognose, è stato la manifestazione dell’amore del Padre. “Il nostro aiuto concreto agli altri diventa il segno visibile che apparteniamo al Dio-Amore. Lui è la vita che scorgiamo nel fratello che ci sta accanto”. E così anche “l’esistenza quotidiana si tinge di vita, quella vera, fatta di amore e di interessamento per l’altro”. Bello quando l’altro è solo una persona da accogliere e non da insultare e combattere e distruggere. Forse dovremmo imparare a metterci in ginocchio e allungare la mano per provare a sfiorare il lembo del mantello di Gesù. Forse dovremmo provare a metterci in cammino sulla Parola del maestro: scopriremo che il Signore compie le sue promesse e che dona molto di più di ciò che osiamo chiedere e sperare. Lui non ci abbandona mai, è sempre al nostro fianco. Gesù ci prende per mano: bellissima immagine, Lui e noi, mano nella mano. “Gesù profuma di libertà. E ci insegna che bisogna toccare la disperazione delle persone per poterle rialzare”. Accompagnati da Gesù è una storia di mani: “in tutte le case, accanto al letto del dolore o a quello della nascita, il Signore è sempre una mano tesa, come lo è per Pietro quando sta affondando nella tempesta. Non un dito puntato, ma una mano forte che ti afferra”. Anche a noi è data questa possibilità: tutto è possibile in compagnia di Gesù. Allora, senza alcun timore, confidiamo nel Signore che ha creato tutto per il bene dell’uomo, che supera le angosce e le sofferenze e che è in grado, unico, di soddisfare le nostre attese.
don Alessandro Maffiolini