Caro lettore, cara lettrice, caro amico,
non ci saranno la lavanda dei piedi, l’adorazione notturna, la processione col Cristo morto e l’Addolorata, le persone con le candele accese ad illuminare la chiesa buia nel corso della veglia della Notte di Pasqua. Questa Pasqua “coronavirus” è a porte chiuse: è una Pasqua tramite i mezzi di comunicazione. Inoltre mai come in queste settimane si sente parlare di morti. Siamo tutti attaccati alle notizie sul numero dei contagi nel mondo, in Italia, nella nostra regione o provincia, nella nostra città. Siamo davanti a un bollettino di guerra, a un “qualcosa che ha interrotto il flusso di una vita vissuta come se la morte non esistesse”, almeno fino a quando la notizia di un familiare o amico morto non ci raggiunge come una tegola caduta improvvisamente sulla nostra testa. Gli apostoli dopo la Risurrezione di Cristo hanno imparato a mettere la loro vita nelle sue mani e a seguirlo. Noi cosa abbiamo imparato da questi giorni? Eppure è Risorto. Quando tutto questo finirà, non avremo più scuse, né “colpevoli” sui quali scaricare tutte le colpe possibili. Molti torneranno forse a fare le stesse cose di prima: spero che in tanti invece cambiamo vita, cominciamo da noi stessi a scegliere l’essenziale, il vero, il bene anziché il male. Il dramma che stiamo attraversando in questo tempo ci spinge a prendere sul serio quel che è serio, a non perderci in cose di poco conto; a riscoprire che “la vita non serve se non si serve. Perché la vita si misura sull’amore”. Eppure è Risorto. Allora, in questi giorni, guardiamo il Crocifisso, misura dell’amore di Dio per noi. Senza timore mettiamoci davanti a Dio che ci serve fino a donare la vita. Chiediamo di vivere per servire. Infatti, oggi la Chiesa continua ad affermare: “Fermati, Gesù è risorto”. E questa, caro lettore, non è una fantasia, la Risurrezione di Cristo non è una festa con tanti fiori, uova di cioccolato, grigliate. È qualcosa di più. È Risorto: è “il mistero della pietra scartata che finisce per essere il fondamento della nostra esistenza”. Eppure è Risorto: Lui è la fonte di vita. Ecco che con la Pasqua, facciamo memoria che la morte di Cristo non è stata la sua ultima realtà: è stata “solo l’estremo della sua esistenza umana, quell’esistenza che Dio ha voluto abitare per poter dare morte alla morte e aprire a noi uomini la sua vita stessa, la vita divina ed eterna”. Il Risorto è l’unica verità di Dio sul nostro futuro, anche quando questo sembra oscuro. Personalmente, posso aver qualche dubbio sul futuro, posso non sapere come andrà. Di una cosa sono sicurissimo: Cristo è risorto ed io ho scommesso su questo. Ed allora, pur nella diversità delle situazioni e modalità celebrative, è ancora Pasqua per noi, per la nostra chiesa, per le nostre famiglie, per la nostra città, per l’Italia e per il mondo. “Diffondiamo il profumo di Cristo Risorto nella solitudine, nella miseria, nel dolore di tanti fratelli, ribaltando il macigno della paura che ci paralizza”. Eppure è Risorto: se camminiamo alla luce di Cristo, niente potrà fermarci per quanto sia un nemico potente e mortale. Il profumo della Risurrezione si allarga quindi a tutto il mondo! Ed io, noi, le nostre famiglie possono e potranno essere coloro che corrono per portare il profumo di Cristo Risorto a tutti! Pasqua è questo: niente è più come prima perché il Signore della Vita ha vinto.
Eppure è Risorto. Buona Pasqua.
Vostro don Alessandro Maffiolini