I Patroni ci indicano la strada
Nell’ora in cui stanno per terminare le nostre Feste Patronali, ringraziamo il Signore per la Sua generosità di questi giorni: l’abbondanza della Parola di Dio, la bellezza delle omelie ascoltate, la ricchezza degli eventi culturali e la sensazione di una comunità riunita, ci hanno permesso di sentirci Chiesa. Vorremmo che l’intera Trecate potesse accorgersi di quanto è accaduto nel “suo cuore”: un qualcosa di bello che la riguarda da vicino e che le ha permesso di percepire Cassiano e Clemente come due persone che ancora sono in mezzo a noi e intercedono per tutti. In questi giorni benedetti, il nostro semplice servizio di credenti ci rende messaggeri, animati dall’umile e appassionato ardore di annunciare a ogni persona che “Gesù Cristo ti ama, ha dato la Sua vita per salvarti, e adesso è vivo al tuo fianco ogni giorno per illuminarti, per rafforzarti, per liberarti”.
I nostri compatroni ci hanno aiutato a comprendere che Dio non è mai lontano, non abbandona mai nessuno e che le sofferenze, alla fine, non hanno l’ultima parola. Ogni essere umano è diretto al cuore di Cristo: i santi martiri non hanno potuto far nulla senza aver incontrato il volto della misericordia del Padre resosi concreto nel Figlio e nei sacramenti della Riconciliazione e dell’Eucaristia. Entrare in sintonia con Cristo ci permette di consegnare la nostra vita a Lui e “navigare” quotidianamente guidati dalla Luce di Dio. Questa Luce, lo ricordano con forza i martiri, deve alimentare la nostra fede e illuminare, di conseguenza, ogni nostra decisione e parola.
Ciò è quanto vorremmo offrire alla nostra amata città di Trecate, senza lasciarci spaventare, alcune volte, dall’apparente sordità di alcune persone. Dio lascia sempre “aperta la porta”, anzi la spalanca perché chiunque possa scegliere di entrare e cambiare la propria vita. Questo modo di agire di Dio non dovrebbe essere anche la missione della Chiesa che annuncia agli uomini del nostro tempo che “senza l’Eucaristia non possiamo vivere?”. Portare la luce è impegno urgente di ogni battezzato; ancora di più per quanti hanno venerato Cassiano e Clemente. Abbiamo pregato non delle persone morte secoli fa o delle quali sono rimaste solo delle ossa, ma abbiamo incontrato due uomini che vivono per sempre in Dio, Signore della vita. A Lui hanno dato tutto senza riserve e senza problemi. Una tensione interiore li ha certamente abitati: l’aver incontrato Cristo non li ha lasciati indifferenti, ma li ha spinti a portare l’Amore a tutti, compresi i loro uccisori. Qualcuno potrebbe dire che sarebbe meglio fare discorsi entusiastici e capaci di cavalcare l’onda, ma non potremmo dirci cristiani, né tantomeno onesti, se non ricordassimo i santi Patroni per quanto hanno fatto e continuano a fare ancora oggi. Ritroviamo come loro, una serena ansia apostolica per annunciare a tutti che l’unico Signore è Gesù Cristo: ciò va annunciato senza paura, con forza e gioia incontenibile. Ad ampie mani seminiamo la Misericordia di Dio e il Suo Amore a ogni persona che incontriamo. I santi Martiri non si sono mai arresi davanti alle molte difficoltà e alle incomprensioni: aver baciato le loro reliquie ci spinge a fare altrettanto e a trasformarci in missionari autentici e instancabili, disposti a donare perdono, amore e compassione evangelica a quanti sono distanti da Gesù, dalla Chiesa e dalla vera felicità. Ogni mattina dovremmo uscire dalle case, dalle nostre sicurezze, e andare incontro alla novità dei terreni e agli imprevisti lieti o dolorosi. Noi però siamo sereni e fiduciosi, perché il Padre è sempre fedele. Incontrando Gesù, come hanno fatto Cassiano e Clemente, “l’orizzonte cambia, il cielo è diverso, la vita prende spessore”, tutto si trasforma in luce e la fede diventa capace di attrarre e incuriosire.
A cura di Alessandro Maffiolini