Caro lettore, cara lettrice,
noi Cristiani da sempre abbiamo invocato, con la fiducia dei figli, l’aiuto della Madonna. L’abbiamo fatto fin dai primi tempi del cristianesimo e lungo tutta la nostra storia fino ad arrivare a chiamarla Ausiliatrice. Il Concilio è giunto ad affermare: “Maria, con la sua molteplice intercessione, continua a ottenerci le grazie della salvezza eterna. Con la sua materna carità si prende cura dei fratelli del Figlio suo ancora pellegrinanti e posti in mezzo ai pericoli e affanni, fino a che non siano condotti nella patria beata”. In questi giorni continuiamo a parlare di epidemia di coronavirus, di contagiati, di morti e di una serie di fasi per riaprire gradualmente il paese. Anche in internet coronavirus è una delle parole più ricercate. Questo perché la malattia ci fa paura, facendoci toccare in modo concreto la nostra fragilità. “Forse questo è anche un elemento “positivo”, nel senso che il richiamo alla nostra fragilità è anche un richiamo alla realtà, in quanto siamo esseri fragili”. La società ci ha fatto sempre più pensare di essere onnipotenti e capaci di rimanere sempre in buona salute, efficaci e potenti anche in età avanzata. La pandemia, che stiamo ancora vivendo, ci richiama l’illusione di tutto questo e ci invita a trovare un senso diverso alla vita, mettendola in una prospettiva nuova. Infatti, per noi cristiani, la malattia ci aiuta a vedere la vita nella sua totalità. Se è logico che cerchiamo di evitarla a tutti i costi, quando ce la troviamo davanti, cerchiamo di trarne sempre qualche buon insegnamento. Anche Maria ai piedi della croce ha dovuto riscoprire il significato del suo “si” pronunciato all’angelo anni prima, e riportarlo in una dimensione diversa. È il mettersi completamente nelle mani dell’Altro anche quando non è sufficientemente chiara la volontà di Dio. Un elemento importante in questo cammino è la preghiera, che aiuta a mettere nelle mani di un Altro quello che non si riesce a sopportare nel momento della disperazione. “L’atteggiamento di preghiera non ci fa bene solo spiritualmente, ma anche fisicamente, in quanto un atteggiamento positivo, di fiducia, aiuta un eventuale processo di guarigione. La malattia non è solo a livello fisico, ma spirituale. Corpo e spirito non sono disgiunti, se si cura uno influisce anche sulla sperata guarigione dell’altro”. Proprio per questo, Maria è la Madre di tutti i malati e i sofferenti alla quale Gesù stesso li ha affidati ai piedi della Croce. A Lei, allora, è possibile ricorrere sicuri che ci assisterà, ci sosterrà e non ci abbandonerà mai. Nel mese che iniziamo, abbiamo la possibilità di stare sotto la Croce con Maria e di imparare ad amare come Gesù. Infatti, ricordiamo quanto ha affermato Papa Francesco: “Quando il Figlio di Dio è salito sulla croce non ha tolto dall’esperienza umana la malattia e la sofferenza ma ha distrutto la solitudine della sofferenza e ne ha illuminato l’oscurità“. È consolante questo per noi battezzati: ci fa scoprire che non siamo mai soli, siamo sempre in compagnia, abbiamo sempre la possibilità di allungare la mano e di sentore Maria che stringe la sua nella nostra. Camminiamo insieme con Maria, la nostra Madre: ci aiuterà ad affrontare con più fede e speranza il tempo di prova che stiamo attraversando.
Vostro don Alessandro Maffiolini