Le celebrazioni annuali in onore dei Santi Patroni Cassiano e Clemente, sono sicuramente un momento di particolare grazia che Dio dona alla nostra città di Trecate e alla comunità cristiana. Questa è, o almeno sarebbe, la teoria legata alle cosiddette “feste patronali”. Dei nostri due santi, pur avendo poche notizie certe, sappiamo che hanno scelto di mettere Gesù Cristo sopra ogni autorità terrena e di ogni altro onore e potere. Proprio il loro attaccamento e la loro fedeltà a Cristo, amato sopra ogni cosa, ci aiutano a comprendere meglio le feste patronali. Innanzitutto dobbiamo riconoscere che la nostra situazione è particolare. Ci proclamiamo una nazione cristiana: abbiamo conosciuto Gesù fin dall’infanzia, fin da quando eravamo bambini, abbiamo frequentato in numero massiccio la catechesi di formazione. Tante volte però ci ritroviamo a vivere come se Dio non ci fosse o come se Dio non ci interessasse. Andando in profondità anche noi possiamo vivere il rischio di “non riconoscere Gesù per quello che è nella nostra vita, dimostrando così di avere anche noi un cuore indurito, un cuore non disposto”. E ciò molte volte è chiaro nel nostro comportamento, nelle nostre scelte, nelle nostre parole e nei nostri pensieri. Certo spesso è una scelta che facciamo e auspichiamo poi imporre agli altri e alla società. Dall’altra è pur vero che possiamo avere un cuore duro per tanti altri motivi: per il peccato, per l’egoismo, per il non essere persone di pace, persone che cercano di costruire pace, persone che si sforzano di vivere il vangelo e di accogliere gli altri. Siamo persone che pensano di essere al centro del mondo intero. Celebrare la festa patronale della Comunità significa indicare chiaramente a tutti che le cose terrene sono finite e limitate e ci sono date per un tempo preciso. Pur necessarie alla nostra vita e a una parte della nostra felicità, non sono più importanti di Dio. Quando preferiamo ciò che possediamo per sostituirlo a Dio, mettendolo sopra di Lui, finiamo per perdere e Dio e tutti i nostri beni, comprese le persone che amiamo. Infatti, solo “dall’amore a Dio, posto in cima ai nostri pensieri e ai nostri affetti, riceviamo luce e capacità di vivere rettamente i nostri legami affettivi, le relazioni con gli altri e con il creato”. Cassiano e Clemente ci ricordano che la strada della vera felicità scorre nella libertà dalle cose materiali e dal nostro desiderio di potere e di onore. La vera gloria è quella donata da Dio a quanti credono e si fidano di Lui. Solo la presenza di Dio nelle coscienze produce una rivoluzione spirituale e morale, trasformando l’azione, le scale dei valori, le modalità di costruzione della città. Al centro è posta la persona, con la sua dignità trascendente, con i suoi doveri e diritti! I Patroni ci spingono, nonostante ostacoli e contrasti, a vincere l’egoismo, il peccato, l’odio, la violenza. Così si rinnovano in noi il gusto del bene, l’amore per l’altro, riconosciuto come nostro fratello o sorella. La testimonianza dei santi è fondamentale ancora oggi per i cristiani: permette di aprire il nostro cuore a Dio e di farlo entrare nella nostra vita. Allora riusciremo a compiere grandi cose e a cambiare la comunità e la società. Così ridiamo significato a una scelta compiuta dai nostri padri: ricordare alle generazioni future che senza Dio non è possibile proseguire il cammino della vita e le difficoltà diventano montagne insormontabili. Con Dio tutto diventa possibile, anche l’inizio di una società e comunità basata sull’amore evangelico. Speriamo che le feste patronali di quest’anno siano un vero momento di grazia per tutti.
don Alessandro Maffiolini