Il giorno della festa dell’Immacolata è tradizione preparare il presepe e/o l’albero di Natale. Questi due segni natalizi hanno un’antica tradizione. Il presepe, come ci ricorda il Direttorio della Pietà popolare: è una tradizione “esistente fin dall’antichità nelle chiese e, a partire dal secolo XIII si è diffusa la consuetudine, influenzata senza dubbio dal presepe messo in piedi a Greccio da san Francesco d’Assisi nel 1223, di costruire piccoli presepi nelle abitazioni domestiche. La loro preparazione (in cui sono normalmente coinvolti i bambini) può diventare occasione perché i vari membri della famiglia si mettano in contatto con il mistero del Natale, e si raccolgano per un momento di preghiera o di lettura delle pagine bibliche riguardanti la nascita di Gesù”. Così si può trascorrere un Avvento veramente in compagnia di Maria e insieme alle persone della nostra famiglia, crescendo nell’amicizia con Gesù. Maria, infatti, afferma un prefazio del Messale mariano: “È la Vergine in ascolto, che accoglie lieta le tue parole e le medita incessantemente nel suo cuore. È la Vergine orante, che esalta nel cantico di lode la tua misericordia. È la Vergine feconda, che per la potenza dello Spirito genera il Figlio e presso la Croce è proclamata Madre del popolo della nuova alleanza. È la Vergine offerente, che presenta nel tempio il Primogenito. È la Vergine vigilante, che attende senza esitare la vittoria del Cristo sulla morte e aspetta nella fede l’effusione dello Spirito”. Proprio per questo, cari amici, la Chiesa ha da sempre considerato la funzione di Maria nella storia della salvezza e da secoli l’ha invocata “speranza nostra, madre della speranza, aurora di salvezza, segno di consolazione”. Alcune volte si fraintende speranza con sentimentalismo fatto di poesia e di sogni poco realizzabili: è necessario che scaturisca dalla fede più perfetta (o almeno in cammino verso Dio). Per questo, la speranza cristiana è autentica quando è incarnata attraverso gesti concreti di carità. Questo è l’esempio che ci ha lasciato Maria quando ha accettato la maternità divina proposta dall’angelo. “La testimonianza di Maria lascia vedere con chiarezza quella speranza che racchiude la disponibilità al servizio, la disponibilità ad un amore non solo volitivo ma anche fattivo”. Maria ha vissuto ogni giorno della sua esistenza con un’adesione fedele e senza uguali al Figlio di Dio: questo indica con chiarezza come Lei ha la volontà e la capacità di rimanere vicino a ogni essere umano. Per questo chi rimane vicino a Maria “viene contagiato dalla pienezza della speranza della Madre, quella speranza cristiana che non delude mai”. Infatti, cari amici, Dio non delude mai in tutto quello che ha promesso; è sempre fedele alle sue promesse. Un filosofo tedesco ha scritto: “Quando l’occhio scorge qualcosa di bello, la mano vuole disegnarlo”. Anche noi credenti scorgiamo in Maria il segno della bellezza umana: non ci fermiamo alla sola contemplazione, ma desideriamo disegnarla, cioè portarla a imitazione nella vita quotidiana, perché la vita possa divenire bella. A lei, quindi, possiamo, con gioia e gratitudine piena, rivolgere il nostro sguardo, certi d’incrociare il suo volto amorevole e riconoscerla come “segno di sicura speranza” per noi, le nostre famiglie, la nostra comunità e l’umanità intera. Non lasciamoci rubare la speranza che Maria ha mantenuto costante nel suo cuore.
don Alessandro Maffiolini