Per un Natale pieno d’amore / Tra poco sarà Natale
Tra pochi giorni sarà Natale. Gli alberi, gli addobbi e le luci nelle nostre città ricordano che anche quest’anno sarà festa. La macchina pubblicitaria, partita ormai da quasi due mesi, continua a invitare a scambiarsi regali sempre nuovi per farsi sorprese. Le scuole sospendono le proprie attività per quindici giorni in quelle che si chiamano “vacanze natalizie”. S’inizierà a pensare a cenoni, pranzi, doni, a come passare del tempo e a divertirsi. Ma, da semplice cristiano, mi sorge una domanda poco opportuna se desidero avere successo e applausi: è questa la festa che piace a Dio? Quale Natale vorrebbe Lui, quali regali, quali sorprese? Certo i regali sono importanti: sono dei piccoli segni del nostro affetto verso le altre persone. Non sono tutto e spesso possono non essere sufficienti in una società abituata a dare regali per avere sempre qualcosa in cambio. Alcune volte sembra di sbagliare festa, preferire le solite cose della terra e rimanere uguali a prima, come se nulla fosse accaduto. In questi giorni si corre, forse ancora con più affanno rispetto al resto dell’anno. Così si opera all’opposto di quel che Gesù vuole. Affermiamo che tante cose riempiono le nostre giornate, che il mondo va sempre più veloce. Ricordiamo che Gesù, facendosi uomo, chiede invece a noi di vegliare in ogni momento e di non farci trascinare dalle cose. “Se Natale rimane solo una bella festa tradizionale, dove al centro ci siamo noi e non Lui, sarà un’occasione persa. Per favore, non mondanizziamo il Natale! Non mettiamo da parte il Festeggiato, come allora, quando venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto”. Carissimi la sorpresa più vera, la più grande, la più bella, arriva a noi nella notte di Natale: Dio è un piccolo bambino. La potenza si fa debolezza per stare con noi sempre, in ogni situazione della vita. Questo è il regalo del Padre a noi suoi figli. Un dono che ci sbalordisce e ribalta le nostre logiche e le nostre attese. “In quel Bambino, infatti, si manifesta Dio-Amore: Dio viene senza armi, senza la forza, perché non intende conquistare, per così dire, dall’esterno, ma intende piuttosto essere accolto dall’uomo nella libertà”. Dio si fa Bambino per vincere la superbia, la violenza, il desiderio di possesso. Caro amico, cara amica: sarà Natale se ami, sarà Natale se doni, sarà Natale se chiami qualcuno solo a stare con te. Sarà Natale se si capace di accogliere l’altro anche se non lo conosci. Sarà Natale se vivi, sarà Natale se porti gioia, sarà Natale se stringi le mani a chi soffre di più. Sarà Natale se ti accorgi che esistono anche altri oltre alle solite persone. Sarà Natale se non hai paura di riconoscere i tuoi limiti e accogliere Gesù nel tuo cuore. Sarà Natale… Buon Natale a tutti!
don Alessandro Maffiolini
Ma è nella notte di Natale che arriva la sorpresa più grande: l’Altissimo è un piccolo bimbo. La Parola divina è un infante, che letteralmente significa “incapace di parlare”. E la parola divina divenne “incapace di parlare”. Ad accogliere il Salvatore non ci sono le autorità del tempo o del posto o gli ambasciatori: no; sono dei semplici pastori che, sorpresi dagli angeli mentre lavoravano di notte, accorrono senza indugio. Chi se lo sarebbe aspettato? Natale è celebrare l’inedito di Dio, o meglio, è celebrare un Dio inedito, che ribalta le nostre logiche e le nostre attese.
don Alessandro Maffiolini