Caro lettore, con la riapertura del nostro Bollettino trecatese, riprendiamo le normali attività pastorali che ci accompagneranno per il nuovo anno da settembre a maggio. Ancora di più, rispetto al passato, siamo chiamati a lavorare insieme per costruire condizioni adatte per aprirsi a nuove forme di presenza ecclesiale. Cercheremo di riprendere le diverse attività pastorali senza dimenticarci delle misure di tutela della salute pubblica, alcune delle quali legate a valutazioni regionali. Abbiamo trascorso diversi mesi in cui con generosità e fantasia abbiamo cercato di mantenere i contatti con le persone, specialmente con i ragazzi e le loro famiglie, usando in modo massiccio i mezzi digitali a disposizione. La risposta restituita non sempre è stata nelle attese e i “ricevuto” sono stati spesso insufficienti: i motivi possono essere molti, gli psicologi hanno già scritto numerose pagine di commenti. Speriamo solo che la pausa presa non sia un sintomo di un allontanamento ormai insanabile. Infatti, la messa festiva e la comunità hanno risentito e risentono ancora di un deficit di partecipazione e spesso hanno visto una chiusura nei loro confronti. Con i ragazzi e i giovani, si va in vacanza, ai supermercati e centri commerciali, nei parchi, nei bar e ristoranti perché si vuole riprendere a vivere, ma si ha “paura” di andare in chiesa per la messa. La celebrazione dell’Eucaristia con il popolo continua a essere segnata da un certo smarrimento, in particolare, una diffusa assenza dei bambini e dei ragazzi; questo non può se non essere motivo di riflessione profonda (almeno speriamo). Ora, non possiamo se non progettare, con le dovute precauzioni, un cammino comunitario che favorisca un maggior coinvolgimento dei genitori, dei giovani e degli adulti, e la partecipazione all’Eucaristia domenicale, senza la quale non esiste la comunità cristiana e la fede manca di alimento per svilupparsi e rafforzarsi. Fondamentale sarebbe riflettere insieme senza prevaricazioni e con familiarità e dialogo vero e intenso. In una loro lettera, inoltre, i vescovi italiani, invitano con insistenza per le differenti attività pastorali a lavorare per favorire e sostenere l’impegno a un discernimento comunitario che porti a scelte operative adeguate, “non ispirate dal “si è sempre fatto così”, ma dalle possibilità che il tempo attuale offre”. È la fantasia dello Spirito che ci deve ora guidare per la strada che abbiamo davanti, mettendo da parte quegli atteggiamenti e comportamenti che non permettono di camminare insieme e di mostrare di essere una comunità unita guidata effettivamente dal Vangelo e dalla coscienza che ne deriva. Infatti, il tempo che stiamo vivendo, “con le sue difficoltà e le sue opportunità, ci chiede di non restringere gli orizzonti del nostro discernimento e del nostro impegno semplicemente ai protocolli o alle soluzioni pratiche”. L’attuale situazione storica “invoca un nuovo incontro con il Vangelo, in particolare con l’annuncio del kerygma, cuore dell’esperienza credente”. Solo in questo modo la nostra comunità parrocchiale potrà individuare con chiarezza e insieme le possibili forme dell’esperienza della fede e le priorità su cui costruire il proprio volto per il futuro che la attende.

 

don Alessandro Maffiolini