Caro lettore, cara lettrice, con questo primo articolo del mese di settembre arrivi a voi tutti un caloroso saluto, accompagnato dal quotidiano mio ricordo di voi al Signore nella preghiera. Stiamo per cominciare il nuovo anno pastorale, eppure anche questo inizio si presenta all’insegna dell’insicurezza e della sofferenza per il proseguire della pandemia, che continua a diffondersi e a mietere vittime, in parte anche a causa della superficialità e dell’irresponsabilità di diverse persone. Questa pandemia ci sta spingendo a riformulare nuovi metodi e nuove strategie pastorali, per continuare con fede e coraggio ad annunciare e testimoniare il Vangelo. Così possiamo aiutare a crescere giovani e sposi, bambini e adulti nella fede in Cristo Gesù, a creare percorsi di vita cristiana e comunitaria fondati su una sana e robusta spiritualità, a sostenere e aiutare quanti sono in gravi difficoltà. “In quest’ora drammatica della storia e in questa prolungata notte di smarrimento e confusione, siamo chiamati ad alimentare la lampada dell’Amore con l’olio della Fede, accendendo il coraggio del Martirio (testimonianza) e accedendo al tempio della Preghiera illuminata dalla Parola di Dio”. Siamo arrivati all’ora della Fede, della Speranza e della Carità. Ognuno di noi è chiamato a tornare a credere alla forza della fede, a leggere e meditare la Parola di Dio, a nutrirsi dell’Eucaristia, ad amare e a servire Cristo nei fratelli e nelle sorelle che incontriamo ogni giorno. Dovrebbe essere un anno guidato dall’amore di Dio, senza esitazioni e compromessi. È necessario, quindi, rafforzare il nostro legame con Gesù: più siamo in Lui, più è chiara l’esistenza di persone bisognose del nostro aiuto e del nostro amore. Alla luce del bene versato in questo tempo di pandemia da molti, non permettiamo che, con così tanta ricchezza di amore e della misericordia di Dio, “le persone intorno a noi muoiano di egoismo e dimenticanza”. Continuo a essere convinto che la nostra parrocchia dovrebbe essere davvero una “Famiglia di famiglie”, in quanto nel suo Dna stesso è “Famiglia di Dio”. Quest’anno vogliamo tutti essere: Comunità che annuncia. Comunità che celebra. Comunità che testimonia. È necessario formarci tutti e promuovere sempre più iniziative e prese di coscienza mosse a rendere la nostra Comunità parrocchiale concreta, credibile ed efficace. Vanno percorsi cammini di comunione e non di dispersione, di disunione, di prevaricazione sull’altro. È necessario mettere da parte rivalità, desiderio di primeggiare e di mettersi in mostra: solo lavorando insieme e con umiltà diventiamo comunità credibili e attraenti. Sappiamo che è un bel sogno e rischia di rimanere tale. Però è un sogno che si può realizzare se attuiamo una conversione della mente e del cuore. Per questo non servono grandi proclami, incontri, programmazioni o pronunciamenti: è sufficiente mettersi insieme a camminare aiutati dagli altri a raddrizzare la strada della propria vita. Il nostro è il tempo dell’edificazione e della costruzione continua: “Sempre è possibile migliorare e camminare assieme verso la comunità che sa vivere il perdono e l’amore”. Le comunità, infatti, non possono evitare tutti i conflitti. “L’unità che devono costruire è un’unità che si stabilisce al prezzo della riconciliazione. La situazione di imperfezione delle comunità non deve scoraggiare”. Con queste parole, che probabilmente pochi ascolteranno e metteranno in pratica, auguro a tutti voi un buon cammino pastorale.
don Alessandro Maffiolini