L’umanità è una realtà complessa che presenta diverse esigenze: accanto ai bisogni primari quali il mangiare e il dormire, se ne collocano altri, altrettanto fondamentali. Se il corpo ha fame, anche lo spirito e l’intelletto hanno bisogno di nutrimento. L’armonia e l’equilibrio della nostra persona dipenderanno in buona parte dal corretto alimento che sapremo donarci. Alcune volte Gesù nel Vangelo, non ha paura a sospendere “una vacanza programmata” per andare incontro a una folla che desidera ascoltare la Parola. Gesù si prende cura, si commuove e s’interessa di essa. Gesù e i discepoli sono pressati dalla folla. Invano cercano un attimo di respiro, un po’ di privacy. La folla li precede e il luogo solitario dove sono diretti si popola. Gesù e i discepoli subiscono un vero e proprio assedio. “È l’assedio muto della massa dei senza volto, senza dignità”, di quanti non contano nulla davanti ai paesi ricchi o quanti si considerano potenti e influenti. Il vedere la folla è il primo atto autentico di riconoscimento dell’altro e di considerarlo alla pari. Oggi purtroppo ci sono molti che non si accorgono neanche di questo: anzi pensano solo a costruire muri, scavare fossati per impedire alla folla di avvicinarsi e far sentire le proprie ragioni. A poco serve la commozione o le lacrime di fronte a qualche tragedia che i mass media pongono alla nostra attenzione, specialmente se ci sono dei bambini coinvolti. Neanche è necessaria l’indignazione dei potenti se essa non è accompagnata da autentiche scelte di soccorso e di aiuto. Gesù mostra la necessità di sposare la condizione della folla, di dimostrare di averla a cuore, di amarla con tutto il cuore, amandola di un amore che salva concretamente. Ogni battezzato è chiamato a esprimere la sollecitudine di Dio nei confronti del suo popolo. Dio ci richiama ad atteggiamenti di fiducia, sicurezza, attenzione, dono. È il prendersi cura dell’altro seguendo i suoi bisogni più autentici e necessari. Una delle attenzioni particolari nella vita della Chiesa attuale, ricorda il Papa, riguarda i giovani e gli adulti. Lo sguardo su Gesù, che intreccia relazioni di accoglienza e di disponibilità sia verso gli apostoli, sia verso la folla che lo cerca, e la riflessione che con Gesù si è definitivamente fatta la riconciliazione e la pace, possono attivare in ciascun battezzato la disposizione a ricercare quel terreno di dialogo e di confronto con le giovani generazioni e le famiglie, perché si possa orientare cristianamente la vita. Assistiamo a una notevole diminuzione della partecipazione alla Messa, sia per il Covid sia per il periodo estivo. La nostra comunità cristiana è chiamata a far passare la proposta del Vangelo anche attraverso altre vie “quali l’accostamento personale dei cristiani e dei laici, in particolare, verso altri battezzati e persone alla ricerca del senso della vita”. Siamo chiamati a interessarci degli altri specialmente di quanti sono messi a lato della comunità e dei vari gruppi, di quanti sono poco simpatici o ci fanno meno ridere. L’esigenza dell’altro deve tradursi in noi in parole e azioni concrete perché possiamo ascoltare e accogliere il “mistero di chi ci sta accanto” ogni giorno. La Chiesa tutta, la nostra comunità e il nostro battesimo sono posti di fronte a questo impegno: essere segno credibile per l’umanità di oggi, essere “pastore buono” per tutti coloro che cercano orientamento e verità per la loro vita.
don Alessandro Maffiolini