Nella grande Veglia Pasquale, in cui risuona nuovamente l’Alleluia, celebriamo Cristo Risorto centro e fine dell’universo e della storia; vegliamo pieni di speranza in attesa del suo ritorno, quando la Pasqua avrà la sua piena manifestazione. A volte il buio della notte sembra entrare nel profondo e addirittura nell’anima; a volte pensiamo: “Ormai non c’è più nulla da fare”, e il cuore non trova più la forza di amare, di perdonare… Ma proprio in quel buio Cristo riaccende il fuoco dell’amore di Dio: come un lampo rompe l’oscurità e annuncia un nuovo inizio, qualcosa incomincia a illuminare nel buio anche quando è profondo. Ma proprio in questo buio Cristo vince e accende l’amore. La pietra del dolore è ribaltata lasciando spazio alla speranza. L’amore trionfa sempre e apre sempre alla gioia. Ecco il grande mistero della Pasqua! Che bello pensare che il cristianesimo, sostanzialmente, è questo! Non è tanto la nostra ricerca nei confronti di Dio, spesso un poco tentennante, ma piuttosto la ricerca di Dio nei nostri confronti. Gesù ci ha presi, ci ha afferrati, ci ha conquistati per non lasciarci più. “Il cristianesimo è grazia, è sorpresa, e per questo motivo presuppone un cuore capace di stupore”. Un cuore chiuso, un cuore con la sola ragione come fondamento, è incapace dello stupore, e non può capire cosa sia il cristianesimo. “Perché il cristianesimo è grazia, e la grazia soltanto si percepisce, e per di più si incontra nello stupore dell’incontro”. E allora, anche se siamo peccatori, se i nostri propositi di bene sono rimasti sulla carta, oppure se ci accorgiamo di aver sommato tanti insuccessi… Nel mattino di Pasqua possiamo fare una cosa sconvolgente e stupenda: andare al sepolcro di Cristo, vedere la grande pietra rovesciata e pensare che Dio sta realizzando per me, per tutti noi, un futuro inaspettato. Andiamo senza paura al nostro sepolcro: tutti ne abbiamo un poco dentro. Vediamo come Dio è capace di risorgere da lì. Qui c’è felicità, qui c’è gioia, vita, dove tutti pensavano ci fosse solo tristezza, sconfitta e tenebre. La Pasqua ci dice che essere cristiani significa non partire dalla morte, ma dall’amore di Dio per noi, che ha sconfitto la nostra nemica. Nel tempo che si apre, portiamo questo “grido” nel cuore. Cari fratelli e sorelle, Cristo è risorto! E noi abbiamo la possibilità di aprirci e ricevere il suo dono di speranza. Apriamoci alla speranza e mettiamoci in cammino; la memoria delle sue opere e delle sue parole sia luce sfolgorante, che orienta i nostri passi nella fiducia, verso quella Pasqua che non avrà fine. Cari fratelli e sorelle, Cristo è risorto! E noi abbiamo la possibilità di aprirci e ricevere il suo dono di speranza. Apriamoci alla speranza e mettiamoci in cammino; la memoria delle sue opere e delle sue parole sia luce sfolgorante, che orienta i nostri passi nella fiducia, verso quella Pasqua che non avrà fine. E se ci chiederanno il perché del nostro sorriso donato e della nostra paziente condivisione, allora potremo rispondere che “Gesù è ancora qui, che continua ad essere vivo fra noi, che Gesù è qui, in piazza, con noi: vivo e risorto”. Auguri!
don Alessandro Maffiolini