Siamo all’ultimo passo di un cammino iniziato tre estati fa. Con il Grest “AllOpera”, abbiamo visto che ogni azione dell’uomo nel mondo si realizza in tutta la sua potenza solo se collocata in un orizzonte orientato a una vita buona (BellaStoria – 2019), che nel Grest “DettoFatto”, si è scoperto, essere il miglior compimento dei doni che il Creatore ha fatto all’umanità. Siamo arrivati a un tempo speciale per ognuno di noi, tempo di vacanza, tempo da passare insieme. È una storia che possiamo riconoscere come nostra e quindi renderla concreta: è meraviglioso. Ogni essere umano che nasce sulla terra ha un mandato speciale: “fare della propria vita una storia, d’amore. Raccontare vivendo è scegliere che il nostro tempo, le nostre energie, la nostra stessa vita, raccontino di un amore, di una passione” che abbiamo incontrato e che non desideriamo abbandonare più. “La prima storia siamo noi, nei nostri oratori, nei giorni di questa estate. È una biografia, anzi un’autobiografia che racconta la vita di una comunità che si prende cura dei più piccoli e racconta loro storie buone da ascoltare”. Questo è fondamentale da capire: una comunità intera si prende cura dei ragazzi. Certo è difficile: spesso pensiamo di comandare noi, che senza di noi nulla può essere fatto; alcune volte confondiamo questo col “fare del bene”, ma il bene fatto da soli e con un po’ di superbia non serve a nulla. Certo fa parte dell’appartenere alla mentalità di questo mondo cui spesso neanche sacerdoti e suore sono esenti, anzi… La vicinanza di altre persone incontrate, contiene un appello, una promessa che chiede disponibilità a mettersi in movimento per fare alleanza. Siamo sinceri, se riusciamo: non si cresce da soli e nemmeno con i soli genitori o con il solo gruppo. È necessario uscire da se stessi, dal proprio guscio e mettersi in gioco con fiducia per costruire nuove relazioni basate su “una bella storia” da raccontare e narrare. La sola vicinanza fisica non basta, anche se è già qualcosa di bello: dobbiamo crescere insieme attraverso un cammino da condividere dentro un orizzonte comune. Una bella storia è, allora, una storia d’amore da raccontare ogni giorno, passo per passo. Cari genitori, va detto che il Grest non è fatto solo dagli animatori seppur necessari e fondamentali, ma negli ultimi anni è cresciuta molto la presenza di giovani e adulti che offrono, liberamente e senza voler nulla in cambio, il loro tempo. Questo dice con chiarezza che ogni bambino è affidato a un’intera rete di persone con una regia, una preparazione e, si spera, una fede abbastanza forte o almeno in fase di crescita. Solo questo permette di far crescere bene i ragazzi e non confondere il Grest di una comunità parrocchiale come una diramazione “dell’assistente sociale o del comune”. Una bella storia è senza dubbio qualcosa di molto più grande. È un percorso ampio, che ci porta a contemplare la bellezza della creazione di Dio, “attraverso lo stupore per la nostra possibilità di partecipare e di contribuire al bene di tutti, fino alla considerazione che proprio ciascuno di noi è il grande talento”, è il bene prezioso che Dio stesso consegna alla storia del mondo, di una famiglia, di una comunità. E noi che facciamo il Grest cosa vogliamo trasmettere e lasciare a quanti incontriamo? E tu caro amico lettore? E tu animatore? Una bella storia non è mai un monologo. È sempre un racconto composto da storie diverse. Sono gli amici che incontreremo nel corso di queste settimane di Grest e nel corso della vita, che ci accompagneranno alla scoperta dei nostri talenti personali. “Tutti possiamo lasciare un segno bello! Ma certo: questa pagina nuova e bella della storia della nostra vita, la scriviamo con Gesù”. La fantasia dello Spirito Santo ci saprà ispirare, ci renderà creativi, aperti, entusiasti.
don Alessandro Maffiolini