“CHI cercate?” (Gv 18,1– 19,42)
“Voi CERCATE …” (Mc 16,1-7)
È una domanda che abbiamo sentito ricorrere nel Vangelo del Venerdì santo rivolta da Gesù ai soldati e alle guardie del Sinedrio che lo stavano per arrestare, ma è anche l’inizio della risposta dell’Angelo alle domanda inespressa delle donne spaventate al vederlo nel sepolcro spalancato e vuoto di quel corpo senza vita che si aspettavano di trovare.
Noi chi cerchiamo? Chi abbiamo cercato? Abbiamo onorato un “povero” baciando il Crocifisso, immagine di un martire innocente ingiustamente torturato e ucciso per un senso di compassione, per mortificarci, per ricordarci che ci sta peggio di noi? E se abbiamo veramente cercato il Cristo crocifisso e morto e poi inspiegabilmente risorto, cosa cerchiamo in Lui? E in noi stessi?
Oggi è la pace ciò che sembra veramente più difficile trovare. Una pace vera, capace di sostenere ciò che la vita ci mette davanti, di essere risposta ala violenza, alla falsità, alla diffidenza, alla paura e alla precarietà, alla paura di andare tutti perduti…
Cerchiamo una pace visibile qui ed ora. Non una pace oltre la morte. Gesù ha vissuto questa nostra vita e allora è qui che può esistere questa pace che cerchiamo. Ma come? Il segno della nostra fede è un morto risorto, un Giusto morto al posto degli ingiusti. C’è da chiedersi: se avessimo come segno per la nostra fede un’immagine “vincente”, un risorto che avesse saltato il passaggio della morte, cosa cambierebbe in noi e di noi?
Agiremmo tutti per paura ma non con vera pace. Perché quel Dio finiremmo col temerlo … troppo superiore alle nostre forze ci sottometteremmo a Lui per paura. Invece Gesù ha giocato d’anticipo: perché nessuno potesse temerlo si è messo nella situazione di “svantaggio”, quello estremo, per lasciare a noi la libertà di dire di sì, di deciderci, di lasciarci amare così … con tutta la vita!
Non si dà pareggio in questa relazione con un Dio così: dobbiamo proprio rassegnarci. Nessuno può dirsi degno. Eppure Lui ha scelto così. Allora è una buona notizia avere davanti a sé un Dio che ha accettato su di sé la morte? Questo ci offre il vantaggio di sapere prima cosa scegliere. Se cerchiamo Uno che come Dio decida per noi, che faccia al posto nostro, che risolva i nostri problemi, allora forse dovremmo cercare altrove.
Un Dio che prima muore per me e poi risorge mi da il vantaggio di scegliere se vivere di paura o di amore. Di scelte che sono fughe continue da ciò che ci fa paura o di scelte che ci coinvolgono perché le affrontiamo con lo stesso amore di Gesù che non ha temuto la morte.
Un amore coinvolgente che permette di essere in marcia, che sa di cammino, di perdono.
Chi cercate? Uno tradito, isolato, offeso, beffato, giudicato, violentato, percosso, ferito, abbandonato, ucciso … se cerchiamo Uno che ha capito tutte queste cose perché le ha vissute, l’abbiamo trovato. Se cerchiamo Uno che possa darci speranza davanti a tutte queste cose perché le ha attraversate per amore, lo abbiamo trovato.