Il tempo dell’Emmanuele
(Mc 6,30-34)
Oggi Marco ci offre una breve sintesi della vita con Gesù senza narrarci di avvenimenti o riportarci grandi discorsi; la mia prima tentazione sarebbe di girar pagina, ma proprio questa fretta mi suggerisce di prender tempo…
Qui Marco mi dice – in sintesi – cosa è la Chiesa!
Gli Apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato… essere Chiesa è anzitutto questo raccogliersi attorno a Gesù: gli raccontiamo quello che sogniamo, quanto abbiamo fatto per vedere se Lui sognerebbe e farebbe lo stesso… apriamo il nostro cuore e sveliamo le nostre vite per lasciarle illuminare e guidare dal Suo Cuore e dalla Sua Vita.
In questo tempo dove tutto sembra valutato dall’efficienza dell’agire, dove anche la spiritualità diventa conteggio di orazioni, Gesù mi invita all’esodo dalla mia situazione per passare all’altra e stare in disparte con Lui: passare dalle molte cose che faccio, dalle mille aspettative che mi tolgono il respiro o le attese che faccio pesare sui fratelli… alla bellezza di stare con Gesù e vivere il riposo!
Specie in questa società in cui il mio valore sempre valutato dalla mia efficienza, dove troppo spesso anche la spiritualità sempre essere un conteggio di orazioni o ore in ginocchio, Gesù mi invita a questo riposo: non devo dimostrargli nulla, Lui mi ama gratuitamente e assaporare questa misericordia per raccontarla ad altri.
Proprio la bellezza di questo stare insieme gratuito attira le folle: vivere la gioia di stare insieme a Gesù con i miei fratelli e sorelle è il primo segreto per evangelizzare, sarebbe la prima Buona Notizia!
«La prima motivazione per evangelizzare è l’amore di Gesù che abbiamo ricevuto, l’esperienza di essere salvati da Lui che ci spinge ad amarlo sempre di più. Però, che amore è quello che non sente la necessità di parlare della persona amata, di presentarla, di farla conoscere? Se non proviamo l’intenso desiderio di comunicarlo, abbiamo bisogno di soffermarci in preghiera per chiedere a Lui che torni ad affascinarci». (papa Francesco, Evangelii Gaudium 264).