Maria Madre di misericordia
Da secoli i cristiani si rivolgono a Maria come “Madre di Misericordia”, perché ha avuto la comprensione più profonda di ”quell’abisso di Misericordia che è il cuore di Dio, avendone avuto e vissuto un’esperienza unica e irripetibile”. Nessun essere umano, al pari di Maria, ha avuto la possibilità di accogliere nella sua mente e nel suo cuore il grande mistero della Misericordia di Dio e di trasformarsi nella Sua “umile serva”. Lei è stata per prima destinataria della rivelazione più rivoluzionaria della storia: quella di un Dio che non vuole essere servito, ma che desidera restituire la dignità di figli a quanti l’hanno perduta con un uso sbagliato della propria libertà o ne sono stati privati dalla povertà e dalla miseria. Contemplare Maria, all’inizio di quest’anno giubilare, significa comprendere come la nascita di Cristo sia stato il luogo in cui Dio si è spinto per ricreare un’umanità nuova e mostrare a tutti la Sua vicinanza e la Sua presenza di Padre. Maria ha fatto di tutto ciò un’esperienza straordinaria: in modo eccezionale, ha “toccato con mano” la Misericordia di Dio ed è stata rivestita dello stesso dono. La sua intercessione ci ottiene quella grazia che ci salva: “Si fonda, nella Madre di Dio, sul singolare tatto del suo cuore materno, sulla sua particolare sensibilità, sulla sua particolare idoneità a raggiungere tutti coloro che accettano più facilmente l’amore misericordioso da parte di una Madre”. Questo, lo sappiamo bene tutti, è uno dei grandi e ravvivanti misteri del cristianesimo, unito così strettamente al mistero dell’incarnazione. Lei è la Madre di ogni essere umano e ha cooperato alla redenzione del mondo. “È proprio a motivo del mistero della redenzione che ogni persona umana è affidata alla sollecitudine della Madre di Misericordia”. L’espressione massima della Misericordia di Dio sta proprio in questa “rigenerazione dell’uomo che, in virtù della passione e morte di Cristo, ad opera dello Spirito Santo che dà la vita, diviene con il Battesimo persona e membro della Chiesa”. La Vergine che con Cristo coopera a questo, si mostra e opera quale Madre di Misericordia. E la Chiesa seguendola porta con il suo ministero ad effetto la Misericordia di Dio ad ogni creatura. Dio è la fonte primaria e assoluta di questa Misericordia. Gesù Cristo è la causa efficiente o sacramento primordiale che ce la merita. La Vergine Maria e la Chiesa ce la donano con la fede e la carità sotto l’impulso dello Spirito Santo.
Il significato della porta (santa).
La porta è una realtà che abbiamo davanti agli occhi ogni giorno e senza accorgerci la attraversiamo parecchie volte. Anche quando andiamo in una casa o in chiesa, siamo davanti ad una porta che scegliamo di attraversare per entrare in quel luogo. Con l’Anno Santo che inizia, avremo spesso davanti sia la porta santa, sia la grande porta della Misericordia di Dio. È la porta più importante e bella, capace di accogliere il nostro pentimento offrendo la grazia del perdono di Dio. “La porta è generosamente aperta, ci vuole un po’ di coraggio da parte nostra per varcare la soglia. Ognuno di noi ha dentro di sé cose che pesano. Tutti siamo peccatori! Approfittiamo di questo momento che viene e varchiamo la soglia di questa Misericordia di Dio che mai si stanca di perdonare, mai si stanca di aspettarci”. Essa è sempre accanto a noi; senza paura, entriamo per questa porta. Il Vangelo invita la Chiesa ad aprire le sue porte per uscire incontro ai fratelli e sorelle in cammino, per incontrarli e manifestare l’amore di Dio per loro. Anche le famiglie e le comunità cristiane sono incoraggiate ad aprire la porta al Signore che attende di entrare, portando la Sua benedizione e la Sua amicizia. “E se la porta della misericordia di Dio è sempre aperta, anche le porte delle nostre chiese, delle nostre comunità, delle nostre Parrocchie, delle nostre istituzioni, delle nostre Diocesi, devono essere aperte, perché così tutti possiamo uscire a portare questa Misericordia di Dio”. Una porta, infatti, ha il significato di luogo di passaggio da una realtà all’altra e contemporaneamente, luogo di confine che fissa l’accoglienza o l’esclusione. Dall’altra, è importante ricordare che una porta aperta è sempre un invito a oltrepassare ed entrare con coraggio nel luogo cui introduce. Per ogni battezzato la porta è prima di tutto icona di Cristo, essendosi Egli stesso proclamato vera porta dell’ovile. L’immagine della porta sta a indicare la funzione di Gesù come unico mediatore di salvezza. Gesù ci libera dai falsi pastori e invita tutti a entrare nell’ovile della comunità. A tutti Egli vuole offrire il dono della salvezza, della libertà, della piena comunione di vita con Lui e con il Padre: si è fatto uomo proprio per questo. Questa immagine diventa anche invito a lasciar entrare nelle comunità cristiane, compresa la nostra di Trecate, il Signore stesso, liberandolo dalle nostre strutture, dal nostro egoismo e da tante cose che ci allontano dall’avere un cuore evangelico. Continueremo il discorso della porta nell’anno che abbiamo davanti: fidiamoci di Gesù e intraprendiamo una strada che ci permette di trasformare la nostra vita e di portare a tutti la Misericordia di Dio.
Alessandro Maffiolini