L’augurio di don Gilio
Carissimi trecatesi,
dalle pagine di questo giornale che per anni ha portato nelle vostre case e nei vostri cuori il mio pensiero a riguardo delle problematiche di cui è investita una Comunità, vi faccio giungere il mio cordiale ed affettuoso augurio natalizio. Buon Natale nel suo significato più pieno.
Vorrei tanto che non fosse ritenuto un gesto formale o dovuto, ma fosse accolto come la continuazione di un amore che, pur ora in condizioni diverse, ha in sé la stessa intensità e la medesima profondità. Ho per Trecate le considerazioni di sempre. È stata parte integrale della mia vita. Nel mio intimo vi è un incrocio di sentimenti, di circostanze che il tempo non può né affievolire, né adombrare. Nel ricordo dei tanti problemi che la vita comunitaria ci ha fatto incontrare, vi auguro di saper sempre scoprire il volto del Signore che insieme abbiamo cercato di meglio conoscere e di più coerentemente servire. Possa la vostra interiorità arricchirsi sempre più del dono della Misericordia che il Padre fa, perché l’uomo si senta forte e stimolato nel cammino della vita. Soprattutto oggi vi faccia sentire il bisogno di una vita interiore che illumini la coscienza e vi renda capaci di scelte evangeliche. Sappiamo quanto sia importante renderci partecipi di queste attenzioni e di questi valori. Siate capaci di sentirvi sempre più comunione, anche quando aspetti e circostanze dovessero creare difficoltà. Questo è il mio augurio più profondo e necessario. Andiamo oltre gli avvenimenti che lasciano perplessi ed inconsistenti. Cerchiamo con il dono della Misericordia di essere maggiormente noi stessi: leali, coerenti e responsabili. È quanto chiede il nostro spirito, è quanto ci chiede papa Francesco con il suo ministero profetico. Per questo prego per voi e voi pregate per me. Il Natale rinnovi il senso cristiano della vita, rafforzi il desiderio profondo della conoscenza del Signore, aiuti il nostro impegno a fare storia, approfondisca il calore delle nostre relazioni ecclesiali, faccia sentire il bisogno di una vera formazione interiore capace di plasmare la nostra vita spirituale. È quanto chiedo per voi nelle mie preghiere ed è quanto oggi si ha bisogno per essere una Chiesa che sappia parlare all’uomo dei nostri tempi. Il Signore venga e possa trovare una grande famiglia che dona calore e amore. Oltre a ricordare quanto vi è oggi nella famiglia, voglio anche avere un pensiero ed un attenzione per chi soffre, chi è in difficoltà per le strettezze economiche, per le necessità urgenti di un lavoro; un incoraggiamento ai giovani, perché sappiano essere voce e speranza del domani. Uno sguardo per chi è solo e sente il peso della solitudine, per le famiglie nelle quali la convivenza diventa difficile e per tutti coloro che sentono l’angoscia di aver perso il senso della vita. Guardate tutti al Natale come un nuovo sole che sorge. Un augurio come espressione di vero affetto e stima a don Ettore e agli altri sacerdoti, a quanti fanno volontariato, a quanti ancora credono nella bellezza del donare. Un’attenzione di riconoscenza alle suore per il servizio rivolto a Trecate e a quanti chiedono che la Comunità si costruisca insieme, portando ciascuno il proprio mattone. Un augurio deferente al Sindaco e ai suoi collaboratori, con l’auspicio che possano ridare a Trecate la sua immagine genuina.
Cari amici, avanti con coraggio. Quanto vi ho detto possa divenire realtà.
Don Gilio
Fate questo in memoria di me
Con questo invito, fatto da Gesù la sera dell’Ultima Cena e che conclude la formula consacratrice dell’Eucarestia, vogliamo augurare a tutti un Buon Natale!
Sì, perché l’impressione è che la presenza alla Messa domenicale sia calata anche nella nostra Comunità. Torna a serpeggiare ancora tra noi l’idea che la Messa non sia così importante per il cammino di fede. Si moltiplicano i braccialetti con le varie “madonne”, le corone del Rosario più o meno vistose e preziose al collo, le richieste di acqua santa ed incenso benedetto, ma la presenza a Messa cala… Corriamo il rischio di quella sposa che amava di più la foto del marito che non il marito stesso. “Fate questo in memoria di me”: è l’invito dolce, ma perentorio di Gesù. Non c’è altro mezzo per avere in noi il Signore, se non facendo quello che Lui ci ha chiesto e ci ha lasciato per “testamento”, cioè Sacramento. La Parola di Dio ed il Pane Eucaristico sono la presenza reale del Cristo, dono di Misericordia del Padre, confezionato dalla potenza dello Spirito Santo. È in Lui che la nostra vita fiorisce, il nostro cammino rinasce, le nostre paure sono vinte, il dolore trova significato. Accogliamo il Suo invito, partecipiamo alla Sua Mensa e allora saremo ‘Beati’! Buon Natale.
don Alessandro, don Ettore, don Mauro e don Tommaso