Il mondo riscopre la centralità di Gesù
Le cronache di questi mesi sono piene di notizie di morte, schegge impazzite della galassia del terrorismo che attaccano turisti anche in quei Paesi dove la situazione sembrava apparentemente meno problematica. Persone che non s’interessano dei propri vicini e di chi è in difficoltà, pensano unicamente ai propri interessi, credono di essere indispensabili sul posto di lavoro o nel gruppo di cui fanno parte. Sembra realisticamente che il mondo si stia autodistruggendo e cerchi di risolvere problemi che non sono poi così fondamentali. I mass media non aiutano inoltre a comprendere bene quanto sta accadendo: solo uno sguardo chiaro e imparziale può essere utile per offrire una lettura razionale dei fatti e indirizzare meglio la nostra azione sulla base di questi elementi. Molte domande nascono nel cuore degli esseri umani e devono trovare una risposta sincera e autentica, capace di dare certezze e serenità. La Parola di Dio riguarda la vita da convertire nella sua totalità: ci chiama a partecipare al Suo amore misericordioso e accogliente, capace di donarsi agli altri e di trasformare il mondo. Se i battezzati rispondessero a questa proposta di Dio, potrebbero riavvicinarsi al Padre e ricostruire un mondo nuovo, governato da regole differenti dalle attuali.
In questo dono di noi stessi in casa, nella comunità, in chiesa, al lavoro e nel tempo libero, vivremo uno slancio fraterno, creando attorno a noi un clima di bontà che “ci permetterà di scoprire il tesoro nascosto che c’è nell’altro”. Gesù c’invita a crescere, a essere persone mature che ragionano con la propria testa e camminano con le proprie gambe: ciò, diverse volte, diventa inammissibile per chi detiene un certo potere.
Alcune volte nel mondo è più facile trattare le persone e i popoli in modo ‘infantile’ e sottometterli al potere dei Paesi occidentali, apparentemente più ricchi e forti. Gesù, dall’altra parte, smentisce il nesso tra castigo (sofferenza, dolore) e punizione: l’attuale situazione dei popoli del mondo è dovuta alle scelte dei Paesi occidentali e al loro desiderio di decidere per il mondo intero. Dio “ci dona ancora un anno” per riconoscere che i Paesi cosiddetti civilizzati hanno la possibilità di cambiare il proprio modo di pensare e di scegliere, mettendo così definitivamente “il bene dell’altro come principale valore dell’esistenza” e di ogni scelta anche economica. Altrimenti rischiamo tutti di “perire allo stesso modo”. Se non avviene un cambio radicale nella scala dei valori, se non vengono messi al primo posto la pace, la solidarietà, la reciproca convivenza, l’accoglienza, l’ascolto e la stima dell’altro, il perdono, la riconciliazione delle differenze, mentre vengono messe al bando le rappresaglie della guerra, se non vengono disarmate non solo le mani ma anche le coscienze e i cuori, noi avremo sempre a che fare con nuove forme di violenza e anche di terrorismo. Siamo davanti a un forte richiamo alla conversione e al riconoscimento della nostra connivenza con i mali del mondo. Comunque, “abbiamo ancora un anno di tempo”.
Trecate… Gesù è in mezzo a noi
Noi che abitiamo in questa grande città siamo chiamati a verificare con onestà se la fede in Gesù sia veramente la forza trasformante nella nostra vita: passeggiando tra le nostre strade dovremmo sentire l’odore di Cristo diffuso ovunque. Decidiamoci a fare un cammino per rafforzare o ritrovare la gioia della fede, comprendendo che essa non è qualcosa di estraneo dalla vita concreta, ma ne è l’anima. Solo così riscopriremo la presenza di Gesù nella nostra vita, Lui solo è sempre accanto a noi, Lui solo sa ciò di cui abbiamo bisogno: Lui è amore donato sulla Croce per aprire a noi la possibilità di diventare esseri umani in pienezza.
Ogni persona che si dice cristiana non può non affermarlo con forza: “Non c’è vera umanità se non nei luoghi, nei gesti, nei tempi e nelle forme in cui l’uomo è animato dall’amore che viene da Dio, si esprime come dono, si manifesta in relazioni ricche di amore, di compassione, di attenzione e di servizio disinteressato verso l’altro”. Scegliere queste realtà e viverle, permette a noi trecatesi di rendere più umana la nostra città. Se tra noi esiste principalmente dominio, possesso, sfruttamento, egoismo, chiusura, stiamo indebolendo la nostra Trecate, sfigurando il suo volto e favorendone il “degrado”. Esistono sicuramente parecchia bontà e coerenza, ma anche “il rischio molto reale che tanta cura, tanta pazienza educativa, tanto amore non ottengano niente”. In “quest’anno di tempo che abbiamo” c’è il rischio drammatico di rifiutare la Misericordia, di rimandare sempre la conversione. L’annuncio della straordinaria pazienza e Misericordia di Dio che risuona nel Giubileo straordinario può giungere a tutti e la chiamata a sperimentare la Misericordia non deve lasciare nessuno indifferente.
La nostra fede-vita diventa il foglio d’invito alla conversione che il Padre rivolge con tenacia verso quelle persone che si trovano lontane dalla comunità cristiana e da quei valori realmente umani annunciati dal Vangelo. In fin dei conti, se guardiamo “alla nostra storia personale, riconosceremo che Dio è stato infinitamente paziente con noi. Nonostante tanti errori, cadute, peccati, egoismi, Lui ha saputo aspettare in silenzio”. Aspetta con pazienza la nostra conversione, “l’ora nella quale il Suo Amore misericordioso ci perdoni, ci guarisca le ferite più profonde e ci faccia rinascere a vita nuova”. Cerchiamo Gesù vicino a noi, nella partecipazione gioiosa e attenta dell’Eucaristia festiva, nella riconciliazione, nella preghiera vista come dialogo tra amanti: Lo troveremo, ci accorgeremo di Lui, entreremo nella Sua mentalità e diventeremo disponibili a mostrarlo presente nella nostra vita e nelle scelte quotidiane. Si tratta di cambiare direzione e modo di decidere. Non possiamo, come cristiani e cittadini, restare fermi nei nostri retaggi di mentalità, di rancore, di risentimento, “altrimenti ciò significa che dalla nostra vita manca Dio e quando Lui manca invece della comunione avanza la divisione”.
Seguiamo senza timore questa strada, nella certezza che Gesù è accanto a noi e sostiene le nostre scelte.
Alessandro Maffiolini