La grande via dell’Umiltà
Normalmente questo è il periodo in cui tutti pronunciano sempre la parola “auguri”; è così inflazionata che spesso è solo un’espressione verbale e non ha più alcun significato. Con questo 25 dicembre abbiamo tutti l’occasione di entrare in un rapporto profondo con Dio e diventare Suoi veri amici. È l’occasione di perdere un po’ di tempo con chi ci ama pazzamente e senza chiedere nulla in cambio. Tutti vogliamo “fare Natale” e, a volte, non badiamo a spese, specialmente se abbiamo ospiti importanti. Di fatto troppi “usano” il Natale di Gesù, come un pretesto per “celebrare” un evento pagano e ‘far spendere soldi’ alle persone. Gesù è venuto a rivelare quanto Dio ci ami fino a farsi uno di noi, sino a nascere come un “figlio dell’uomo”. Fare Natale non significa dare il primato alle cose, all’abbondanza materiale, agli sprechi, alle ingiustizie sociali. Significa preferire la stessa via che Dio ha scelto per venire tra noi: la via del mistero e dell’umiltà, che altro non è che la strada dell’amore capace di donarsi e abbandonarsi all’altro. È il mettere al centro Dio, sapendo con chiarezza che solo Lui conosce il nostro bene, desidera, con tutto se stesso, realizzarlo per noi e per la nostra gioia. È una via difficile che alcune volte incontra la nostra incomprensione, ma è l’unica che garantisce la felicità senza fine. E a Natale non è quello che vogliamo e auguriamo ai nostri familiari e amici? Dio ci ha già preceduto.
Ecco che l’augurio che ci facciamo, caro lettore, è quello di rispondere ogni giorno a tanto amore imparando a farci dono ai fratelli. Solo con una fede viva e operosa, infatti, “tocchiamo la carne di Gesù!” e siamo realmente vicini, solidali e accoglienti. Questo e solo questo è il Natale vero. Altri tipi di auguri, formali o meno, sono poco comprensibili e diventano poco rispettosi della fraternità che ci lega nel Bambino di Betlemme. Con entusiasmo, accogliamo l’invito a partecipare a questa festa. Dire “Auguri” diventa, allora, la decisione a uscire dai nostri egoismi e chiusure e diventare portatori di quei valori autentici del Natale che illuminano e rendono diverso questo periodo. “Auguri” è il prendersi carico degli altri che diventano “nostra responsabilità” e l’incontro con loro e con Gesù si trasforma in una gioia che nessuno potrà mai toglierci. In fondo a Natale non nasce solo Gesù.
Anche ognuno di noi ha la possibilità di provare a “rinascere”, per diventare sempre un po’ più umano-cristiano rispetto a prima.
Che sia finalmente un Natale così!
Alessandro Maffiolini
Direttore del Bollettino Trecatese
Gli Auguri dei nostri sacerdoti
“Sei Dio con noi, sei dio per, Dio in mezzo a noi”. Sono le parole di un canto molto noto che sovente accompagna le nostre celebrazioni eucaristiche. Mi sembra che riassumano molto bene il mistero che anche quest’anno il Signore ci dà la gioia di celebrare e cioè l’incarnazione del Figlio, l’Emmanuele: Dio-con-noi. Quante volte abbiamo sentito queste espressioni e sono forse entrate nel magazzino delle cose già note, che non suscitano più tanto interesse. L’augurio di questo Natale 2016 è che possiamo riprendere questo ‘già noto’ e considerarlo di nuovo, declinandolo nella nostra vita.
In quante situazioni abbiamo scoperto il ‘Dio-con-noi’ all’opera: ci ha protetto in una difficoltà, ci ha accompagnato in un momento di sofferenza, ci ha sollevato da una buia depressione o ci ha abbracciato facendoci scoprire, anche solo per un istante, l’intensità della vera gioia. Ma quando? Quando un amico ci ha telefonato… quando siamo riusciti a tentare una riconciliazione con il vicino di casa… quando abbiamo scoperto che ‘il diverso’ ha sentimenti, attenzioni, paure come noi… quando siamo usciti coraggiosamente dalle nostre paure per ritrovare speranza nel dialogo riallacciato, in un gesto affettuoso totalmente gratuito, in un incontro cercato nonostante le fatiche.
Ecco i nostri auguri, sì i ‘nostri’ perché con me si uniscono tutti i sacerdoti della Parrocchia: don Alessandro, don Mauro, don Tommaso e don Dino.
Vorrei concludere queste poche righe cin una bella ‘benedizione’ che ho ascoltato, proposta dal lasci nell’Adorazione di domenica 18 dicembre: “Il Signore dall’alto ci guardi, da dietro ci protegga, davanti ci guidi, da dentro ci benedica. Amen”.
Auguri!
don Ettore
L’Augurio di don Gilio
Desidero far giungere a tutti il mio sentito ed affettuoso augurio natalizio. Busso ad ogni porta per dire ad ogni cuore di aprire lo spirito con i sentimenti più belli e sinceri e accogliere il Signore che viene a portare Amore, Speranza e Serenità.
Questo è il vero Natale. Si è accesa una luce che delinea il nostro cammino con la forza dell’amore e il sostegno della speranza. Teniamo fisso lo sguardo verso l’orizzonte del nostro vivere con la fiducia chiara e sicura che il Signore viene in mezzo a noi per farci sperimentare la certezza del Suo amore.
Questa e solo questa è la realtà del Natale e quindi il mio particolare augurio è quello di cogliere e sperimentare questo dono. E soprattutto di rimarcarlo nella famiglia. Ogni casa divenga un luogo dove questa Grazia sia visibile, quasi palpabile, dove l’accoglienza, la disponibilità, il senso del perdono e la delicatezza dell’amore incarnino l’immagine della nostra fede. E questo in tutta la Comunità.
Un augurio al carissimo don Ettore, per il suo senso di fraternità, ai suoi collaboratori pastorali, sacerdoti e laici, agli animatori di Quartiere, di cui ricordo la dedizione e la generosità, alle suore Ministre della Carità e a quanti con me hanno condiviso gioie e sofferenze.
Un augurio anche al signor Sindaco Binatti Federico e all’Amministrazione perché con senso di responsabilità conservino l’immagine di Trecate con un chiaro riferimento alla sua storia.
Buon Natale!
don Gilio