MISERICORDIA ET MISERA
Concludiamo la presentazione della lettera apostolica che Papa Francesco ha inviato in occasione della chiusura del Giubileo della Misericordia.
PER RIMANERE COL CUORE APERTO
L’anno santo appena terminato ci ha immesso nella via della carità che siamo chiamati a percorrere ogni giorno: è la strada della Misericordia che permette di incontrare quanti tendono la mano e sono nostri fratelli. Essere vicini a Cristo e dirsi credenti esige farsi prossimo a tutti perché al Padre è gradito un segno di misericordia. “Per sua stessa natura, la misericordia si rende visibile e tangibile in un’azione concreta e dinamica. Una volta che la si è sperimentata nella sua verità, non si torna più indietro: cresce continuamente e trasforma la vita”. In questo modo manifestiamo il volto del Padre presente in ogni Suo figlio. La Misericordia altro non è che l’incontro tra due cuori, quello di Dio e quello dell’uomo; quest’ultimo è trasformato in un cuore di carne capace di amare, pronto a donare a sua volta la misericordia che ha incontrato. Il Papa ringrazia i protagonisti e volontari della carità che, senza fare notizia o ricevere premi, dedicano il proprio tempo per compiere segni concreti di bontà e di tenerezza verso i più piccoli e gli indifesi. È ormai il momento opportuno per dare spazio alla fantasia della misericordia e rendere visibile concretamente la bontà di Dio.
“La cultura dell’individualismo esasperato, soprattutto in occidente, porta a smarrire il senso di solidarietà e di responsabilità verso gli altri. Dio stesso rimane oggi uno sconosciuto per molti; ciò rappresenta la più grande povertà e il maggior ostacolo al riconoscimento della dignità inviolabile della vita umana”. Da qui nasce la concezione della misericordia come valore sociale capace di restituire dignità a milioni di persone che ne sono privi.
Il Papa ricorda che la Chiesa dev’essere vigilante e pronta a individuare nuove opere di misericordia e ad attuarle con generosità ed entusiasmo: in questo modo esse possono dilagare nel mondo intero e in ogni persona, diventando il lievito che fermenta la pasta. “Non si deve mai voltare lo sguardo davanti alle nuove forme di povertà e di emarginazione che impediscono alle persone di vivere dignitosamente”. Molte sono le situazioni che attentano alla dignità delle persone e che vanno riconosciute, affrontate e risolte. Va aperto il cuore allo Spirito Santo perché “ci aiuti ad essere sempre pronti ad offrire in maniera fattiva e disinteressata il nostro apporto” e permettere così che la giustizia e una vita dignitosa non rimangano sempre e solo parole di circostanza. Nessuno può sentirsi escluso da questa chiamata a far crescere una cultura della misericordia, fondata sull’incontro con gli altri. Ecco l’importanza di una preghiera assidua, di un’apertura allo Spirito e di una vicinanza concreta con i poveri.
PERCHÉ LA PORTA NON SI CHIUDA
Il Papa esprime il desiderio che la misericordia non termini, ma continui. Evidenzia il ministero dei missionari della Misericordia: hanno offerto un servizio prezioso per rendere efficace la grazia del perdono. Nel Giubileo è stato un ministero straordinario che non finisce con la chiusura della Porta Santa. “Desidero, infatti, che permanga ancora, fino a nuova disposizione, come segno concreto che la grazia del Giubileo continua ad essere, nelle varie parti del mondo, viva ed efficace”. Diventano l’espressione della sollecitudine e vicinanza del Papa e la possibilità di trovare le forme più coerenti per l’esercizio di questo prezioso ministero.
Seconda apertura riguarda la necessità che il Sacramento della Riconciliazione ritrovi il suo posto centrale nella vita cristiana. Per questo a nessun penitente, dice papa Francesco, “sinceramente pentito è impedito di accedere all’amore del Padre che attende il suo ritorno”. A tutti è offerta la possibilità di sperimentare la forza del perdono di Dio: per questa esigenza, “concedo d’ora innanzi a tutti i sacerdoti, in forza del loro ministero, la facoltà di assolvere quanti hanno commesso peccato di aborto”. Quanto concesso nel solo periodo giubilare è ora esteso nel tempo, perché non esiste alcun peccato che Dio non possa raggiungere e distruggere: la Sua Misericordia non ha limiti davanti al peccatore pentito. È ribadito, però, con forza che l’aborto è e rimane un grave peccato, perché pone fine a una vita innocente.
Terza apertura è verso i fedeli che per vari motivi frequentano le chiese officiate dai sacerdoti della Fraternità San Pio X. Nel Giubileo la decisione del Papa era stata di concedere a questi sacerdoti la possibilità di accordare validamente e lecitamente l’assoluzione sacramentale dei peccati. Ora per il bene pastorale di questi fedeli, e sperando nella buona volontà perché si possa recuperare la piena comunione nella Chiesa cattolica, il Santo Padre stabilisce per propria decisione “di estendere questa facoltà oltre il periodo giubilare, fino a nuove disposizioni in proposito, perché a nessuno venga mai a mancare il segno sacramentale della riconciliazione attraverso il perdono della Chiesa”.
Infine, dopo il “Giubileo delle persone socialmente escluse”, si è resa concreta l’idea, come ulteriore segno dell’Anno Santo straordinario, di celebrare in tutta la Chiesa, nella XXXIII Domenica del Tempo Ordinario, la Giornata mondiale dei poveri. È una giornata che desidera aiutare i battezzati a riflettere sulla povertà e sul fatto che, “fino a quando Lazzaro giace alla porta della nostra casa, non potrà esserci giustizia né pace sociale”.
A cura di Alessandro Maffiolini