In questo mese è risuonato molte volte: “Andiamo al Grest!”. Anche nella nostra UPM più di 850 tra ragazzi e adolescenti hanno pronunciato questa frase. Certo il Grest miete molto successo sia per l’utilità sociale che diverse regioni e alcuni comuni riconoscono anche concretamente, sia per la bontà delle sue proposte, sia per i costi contenuti. Abbiamo visto la frenesia dei genitori e nonni nell’accompagnare i bambini, nell’andare in segreteria per iscriverli per una nuova settimana, per una gita, per il pranzo, per il pre o post Grest. Una vera agitazione con la convinzione della necessità di partecipare a questa proposta; addirittura anche molti di religione diversa dal Cristianesimo chiedono di usufruire di tale iniziativa, vista come utile nell’integrazione del bambino. È altrettanto vero che in alcuni casi è un mese di posteggio per alcune famiglie che non hanno alcun problema a portare i figli in un luogo, l’Oratorio, che ispira il proprio progetto e ogni cosa che fa al Vangelo. Quest’ultimo è il fondamento, il cuore pulsante di ogni cosa.
Esiste però una realtà necessaria alla buona riuscita del Grest: lo staff animatori. Sono ragazzi delle Superiori che decidono di dedicare parte del proprio tempo e delle vacanze al servizio dei più piccoli, diventando modelli positivi da seguire e da imitare. Come sarebbe bello che questo impegno fosse profuso non solo per le settimane estive ma anche durante tutto l’anno pastorale! Per fare in modo che il loro stare con i ragazzi fosse il più adatto possibile e li potesse avvicinare a Gesù, essi hanno intensificato la propria preparazione e hanno aderito agli incontri proposti. È elettrizzante, specialmente per chi partecipa tutti i giorni, vedere adolescenti che s’impegnano per tutta la giornata, inventano giochi e attività, si danno da fare per quasi una decina di ore, senza pretendere nulla in cambio, ma solo col desiderio di stare con i ragazzi. Certo, alcune volte è difficile a causa del comportamento, delle parole, dei gesti dei ragazzi stessi, ma quanta pazienza si nota e si percepisce.
È davvero per me, adulto, un mese di gioia e contentezza, ma soprattutto di “respiro”, perché nonostante tutto si respira una certa aria di speranza, di altruismo e di amore. All’inizio si parte con maggior entusiasmo e con molte forze; a poco a poco si fa sentire la stanchezza e alcune volte la delusione per quanto si ottiene in cambio dai ragazzi o dagli altri animatori. È fantastico, però, vedere la convinzione, l’entusiasmo, la capacità di diversi adolescenti di sapersi mettere in gioco continuamente. È per me una boccata di ossigeno rinfrescante. Dovrebbe diventare una cosa simile per tanti adulti che sono chiusi in se stessi e non desiderano trasmettere “energia” alle altre persone e non sostengono la comunità. È strabiliante riconoscere che “le persone non sono fatte per essere sole, rimanere mute e chiudersi in se stesse, ma per aprirsi all’incontro con l’altro e scoprire che ogni uomo o donna desidera un Tu per cui vale la pena vivere”. Questo si respira nel Grest. Le tante parole pronunciate in quattro settimane da ragazzi, animatori, educatori rivelano l’interesse verso l’altro, nel bene e nel male, e sono un ponte necessario per creare un contatto.
Per quanto “rompiscatole” possano essere stati i ragazzi, voi animatori avete continuato a voler loro bene, a stare accanto a loro, a soccorrerli nelle difficoltà: avete cercato di farli divertire, crescere e sentirsi a casa.
Questo è l’Oratorio che si sta costruendo grazie a voi animatori: continuate così anche durante l’anno; è più difficile e meno appagante che l’estate, ma sarà sicuramente il periodo più bello della vostra esperienza.
Alessandro Maffiolini