Parlare o scrivere dei Santi è sempre un qualcosa che può sembrare strano, perché appaiono più come supereroi che persone come noi. Immaginiamo chissà quali comportamenti abbiano avuto o a quali obblighi siano sottostati per diventare così. Non capiamo che, prima di tutto, la santità non è qualcosa che otteniamo con le nostre qualità o capacità. La santità è un dono, è il dono che ci fa Gesù quando ci prende con Sé e ci riveste di Se stesso, ci rende come Lui, ci fa cristiani. Allora la santità non è un premio, ma un dono per tutti; è una caratteristica fondamentale dell’essere battezzati. Fa parte del DNA del cristiano. Nonostante ciò, molte volte siamo tentati di ritenere la santità un qualcosa di riservato soltanto a quanti hanno la possibilità di dedicarsi esclusivamente alla preghiera o sono preti, Vescovi, suore, frati…
I Santi non sono solo quelli del calendario o delle immaginette. Il segreto della santità non consiste nel fare cose straordinarie o miracolose, ma “nell’unirsi a Cristo, nel vivere i Suoi misteri, nel fare nostri i Suoi atteggiamenti, pensieri, comportamenti. La misura della santità è data dalla statura che Cristo raggiunge in noi, con cui, con la forza dello Spirito Santo, modelliamo tutta la nostra vita sulla Sua”. Significa allora ricercare, incontrare, entrare in comunione con Cristo: questo ci permette di intraprendere il cammino della santità, di una santità quotidiana e pronta a testimoniare concretamente il Vangelo in ogni luogo della nostra vita.
Papa Francesco ci ricorda: “Sii santo vivendo con gioia la tua donazione e il tuo ministero; amando e prendendoti cura di tuo marito o di tua moglie; compiendo con onestà e competenza il tuo lavoro e offrendo del tempo al servizio dei fratelli; dove tu lavori; insegnando con passione ai figli o ai nipoti a conoscere e a seguire Gesù; sii santo diventando segno visibile dell’amore di Dio e della Sua presenza accanto a noi”. Tante strade, molte possibilità per un unico scopo o meglio un unico cammino: essere in comunione con Dio e a servizio dei fratelli. È bello questo, perché ci fa scoprire come sia possibile riconoscere la santità non solo nei “grandi santi”, ma anche nei “santi semplici”, cioè nelle “persone buone che vedo nella mia vita, che non saranno mai canonizzate. Sono persone normali, senza eroismo visibile, ma nella loro bontà di ogni giorno vedo la verità della fede”.
Questa possibilità è aperta a ogni persona, nessuna esclusa. Dio getta il seme ovunque e con abbondanza; necessita solo della nostra libertà per farlo crescere e fruttificare. Ecco che tante piccole cose, tanti gesti di bontà e tante scelte che escludono il male permettono di compiere dei passi sulla strada della santità. Non è un cammino di sofferenza o di tristezza: esse arrivano dal mondo e dalla sua mentalità spesso anti-evangelica. Dio ci invita a “condividere la Sua gioia, a vivere e a offrire con gioia ogni momento della nostra vita, facendolo diventare allo stesso tempo un dono d’amore per le persone che ci stanno accanto”. Allora la solennità di Tutti i santi che abbiamo celebrato da poco è anche la festa di ogni cristiano, di chi cerca di mettere Dio al primo posto ogni giorno e si rende conto di diventare così una persona migliore, libera finalmente da ogni egoismo e da ogni possibilità di chiusura.
La santità è a portata di mano. Occorre solo scegliere di intraprendere la via che Dio ci indica e di andare sempre avanti anche nelle difficoltà. Il Padre non ci abbandona mai.
Alessandro Maffiolini