Una volta ancora il Signore ci concede la grazia di vivere un anno intero in compagnia di un personaggio particolare: nella sua vita ha fatto molte cose, la più importante è sicuramente l’averci mostrato la vera felicità. Essa arriva come dono da Cristo per quanti accettano di seguirlo e s’impegnano con lealtà a vivere la comunione con Lui e come discepoli ad abbracciare la sua proposta di vita proclamata nel Vangelo, specialmente nelle Beatitudini. Queste rivelano pienamente il cuore di Cristo e ci permettono di identificare con precisione la figura di Gaudenzio, nella fede, nella speranza e nella carità. “Quello che è stolto per il mondo, Dio l’ha scelto per confondere i sapienti; quello che è debole per il mondo, Dio l’ha scelto per confondere i forti; quello che è ignobile e disprezzato per il mondo, quello che è nulla, Dio l’ha scelto per ridurre al nulla le cose che sono”. Gaudenzio ha scelto questa parte; è la parte che ogni cristiano dovrebbe scegliere per se e per orientare la propria vita; cambierebbe se stesso e inizierebbe a trasformare i luoghi che abita e vive ogni giorno. È allora importantissima la scelta del fondamento, cui bisogna stringersi e su cui è necessario edificare. San Gaudenzio ci dona una risposta chiara e inequivocabile: Cristo è la pietra viva, la roccia sicura, che bisogna scegliere. Certo è la pietra rigettata dagli uomini: ma è e rimane preziosa davanti a Dio. Solo così anche noi che abbiamo in Gaudenzio un padre nella fede, possiamo lasciarci edificare da Dio in “una casa spirituale”, una casa che ha la forma di un tempio di persone. Monsignor Brambilla ci ha ricordato che ancora ai primi passi di questo terzo millennio “stiamo faticosamente cercando la strada del futuro: la fede cristiana sopravvivrà se avrà il volto riconoscibile della testimonianza di tutti i cristiani”. La vita cristiana, dunque, ha concretamente il suo cuore nella testimonianza dei cristiani e della Chiesa come testimonianza. “Custodire la testimonianza di tutti i cristiani e prendersi cura della Chiesa come testimonianza ci fa stare al di qui delle artificiose distinzioni della missione della Chiesa” che portano alla fine a non avere nessuno disponibile a farsi annunciatore umile e generoso di Cristo ai fratelli. Nessuna comunità cristiana, nemmeno la nostra, può più essere separata tra amici e nemici, tra vicini e lontani, tra collaboratori e “seduti sul divano”… Il nostro patrono mostra che tutti i battezzati hanno la possibilità di fornire e garantire al mondo “una testimonianza originaria e non delegata”. Un cristiano che sceglie di rimanere alla finestra della fede o di non alzare neanche lo sguardo da se stesso, impedisce a Dio di agire e blocca l’incontro tra Dio e i fratelli. Certamente, oggi come allora, non è facile portare il Vangelo in un mondo distante da Dio, ma che ha in se il desiderio della felicità. In questo cammino san Gaudenzio è al nostro fianco e ci guiderà durante quest’anno giubilare. Il nostro primo pastore ci scongiura pertanto insistentemente di custodire con ogni cura la nostra fede, di mantenerci concordi, di essere assidui nelle celebrazioni, di ricordarci sempre di noi. In quest’anno, san Gaudenzio, ci aiuterà allora a riacquistare la libertà perduta nella fede e a ritornare a essere una comunità che cammina verso l’unità dimenticandosi di vedere nemici da combattere attorno a lei e riscoprendosi finalmente fratelli.
don Alessandro Maffiolini