Nella nostra epoca esiste un primato dell’occhio, della visione, dell’immagine. Per certi aspetti, ha un suo notevole uso la parola, intesa come insieme di tante parola dette da una molteplicità di fonti con le più disparate motivazioni. È quindi difficile riconoscere le parole amiche e veritiere che hanno il desiderio di farci crescere e di condurci sulla strada della vera felicità. Occorre l’arte del discernimento e del coraggio per ascoltare tutte le varie fonti uditive e comprendere quella che manifesta il vero amore per noi. Qui s’inserisce la bellezza del nostro Dio: Lui incontra l’uomo, gli si manifesta specialmente attraverso la Parola. Se Dio è l’Invisibile, l’uomo può udirne la Parola ed entrare in comunione con Lui. Il cristianesimo è fondato sulla Rivelazione di Dio che interviene e agisce nella storia dell’uomo e spiega il senso del suo intervento. Dio parla chiaramente all’uomo, lo guida a un rapporto di comunione, di vita con sé e per questo diviene di primaria importanza da parte nostra l’ascoltare. Il vero cristiano e chi si apre con umiltà all’ascolto, individua tra le molteplici parole, l’unica parola di vita, la accoglie nel cuore e nella propria vita e decide di rispondere, di lasciarsi coinvolgere da essa e dai suoi molteplici inviti. Non ci sono dubbi: la fede nasce solo dall’ascolto e il pericolo più grave per l’umanità è di non ascoltare e di non avere come metodologia quotidiana l’ascolto di Dio e delle altre persone. Il non ascoltare Dio porta a non considerare neanche importante quanto le persone accanto a noi ci comunicano. Addirittura si arriva a discriminare le persone, anche solo in base alla paura che abbiamo di loro: chi diventa difeso da noi e chi invece abbandonato alla sofferenza. È il non ascoltare Dio e il non seguire gli insegnamenti di Gesù dati nel Vangelo. Può capitare. La nostra capacità di ascoltare spesso è selettiva, perché per esempio preferiamo ascoltare chi sappiamo già che la pensa come noi. Gesù invece ha ascoltato tutti perché è venuto per amare tutti. “E per poter amare l’altro bisogna innanzitutto imparare ad ascoltarlo. Ora noi non sappiamo ascoltarci come dovremmo perché non è semplice saper ascoltarsi a vicenda; possiamo però imparare a farlo dall’esempio di Cristo”. In Gesù l’ascolto arriva al suo livello più profondo e autentico: si traduce così in una totale condivisione. Dio in Cristo ha voluto ascoltarci così a fondo da condividere con noi la nostra stessa condizione umana. Lui “è venuto ad ascoltare i nostri bisogni più profondi, le nostre domande esistenziali irrisolte, le nostre inquietudini, i nostri timori e tutte le nostre fragilità”. Il Dio cristiano dimostra sempre di essere disposto ad ascoltarci non superficialmente, ma nel profondo. Siamo sinceri almeno una volta. La capacità di ascoltare è intrinseca alla capacità d’amare: ci può essere un ascolto senz’amore ma non c’è amore senz’ascolto. Il nostro amore verso gli altri inizia solo se iniziamo ad ascoltarli senza pregiudizi e volentieri. Iniziamo allora a costruire la nostra vita sulla roccia autentica. Da Gesù capiamo che i grandi sanno ascoltare e dall’ascolto sanno agire, perché la loro fiducia e la loro forza è in Dio e quindi nell’amore verso i fratelli. In questi giorni chiediamo con forza e umiltà questa capacità per rinnovare la nostra comunità parrocchiale e renderla disponibile ad amare, ascoltare e accogliere.
don Alessandro Maffiolini