Il nostro Dio è misericordioso. Il suo amore è misericordia. Dio ci guarda, ci tratta, ci guida, ci assiste sempre con misericordia. Se Dio non fosse misericordioso, sarebbe un Dio tiranno, invece Lui ci sostiene con misericordia. La sfida della fede cristiana è di portare questa capacità misericordiosa nella vita personale, familiare, comunitaria e sociale. Solo così Dio diventa sicuramente l’anima della nostra giornata e della vita. I cristiani oscillano tra due opposti: da una parte siamo molto misericordiosi verso noi stessi e verso gli errori che possiamo commettere (che scusiamo sempre e in ogni caso); dall’altra siamo pronti a un giudizio terribile di condanna verso le altre persone, specialmente quelle che non condividono le nostre scelte e idee. “Forse nel segreto personale siamo più buoni di quanto sembra, siamo cioè più misericordiosi. Il difficile viene quando la misericordia vuole entrare nel proprio sociale e familiare”. La realtà del vangelo ci chiarisce che essere misericordiosi richiede in ogni caso un umile cammino attraverso il quale ci riavviciniamo a Dio, alla Chiesa, alla famiglia e alle persone che incontriamo ogni giorno. Allora comprendiamo come Lui è il Dio fedele per sempre, il Dio totalmente affidabile: è il Padre misericordioso che ama i suoi figli, li aiuta, li cura, li ama e li fa crescere nel bene. Misericordia è il nome di Dio. “Non ci sono situazioni dalle quali non possiamo uscire, non siamo condannati ad affondare nelle sabbie mobili, dentro le quali più ci muoviamo e più andiamo giù. Gesù è lì, con la sua mano tesa, pronta ad afferrarci e a tirarci fuori dal fango, dal peccato, anche dall’abisso del male in cui siamo caduti”. Ecco la bellezza del Dio cristiano, così come Gesù l’ha trasmesso a noi. È fondamentale chiedere la grazia di riconoscerci peccatori per essere stretti dall’abbraccio del Padre in Gesù Cristo. Il nostro cuore è inondato di amore e gioia: è quanto l’uomo cerca con insistenza e coraggio ogni giorno con le proprie scelte e azioni. Arriviamo quindi a una convinzione molto chiara per noi: solo chi ha fatto esperienza della sua Misericordia conosce realmente Dio. Solo se, nella nostra libertà, abbiamo sentito bisogno del suo sguardo amabile e tenero, potremo trasmettere ai nostri ragazzi e ai giovani qualche squarcio di ciò che crediamo sia Dio per noi e per loro. La misericordia, in altri termini, non si limita a rimettere le cose a posto (come se nulla fosse successo), ma ri-crea, ristabilisce l’armonia della creazione, dell’originario progetto di Dio, apre una nuova e inedita possibilità di vita, ci fa ritornare al giorno del battesimo, alla veste bianca di cui ci siamo rivestiti. Vivere la misericordia vuol dire riflettere nel proprio essere qualcosa del volto di Dio, vivere l’immagine e somiglianza con Lui per la quale l’uomo è fatto, vivere da figli perché il figlio assomiglia al padre. Senza pura riceviamo la misericordia del Padre e doniamola senza esitazione a quanti incontriamo nella nostra giornata. Guardiamoli in faccia e riconosciamoli fratelli e sorella da amare e con cui camminare. Continuiamo a credere che il nostro Dio accompagna la nostra storia, anche se a volte, nella nostra libertà, facciamo cose che invece di un passo avanti sembrano fare due passi indietro. Nonostante tutto, amici miei cari, lasciamo che i nostri cuori siano toccati da questo Dio il cui nome è Misericordia.
don Alessandro Maffiolini