La celebrazione della settimana di preghiera per l’unità dei cristiani evidenzia l’importanza di passare dal piano teorico del discorso sull’unità, la giustizia e la misericordia, all’impegno pratico e concreto con azioni di unità, giustizia e misericordia nella vita personale e nella vita delle nostre comunità cristiane. Spesso abitiamo in un mondo inquieto e pieno di egoismo, dove i problemi, le inimicizie e “le guerre” corrono il rischio di portarci a una chiusura sempre maggiore in noi stessi dimenticandoci che siamo parte di una grande famiglia. Noi battezzati, inoltre, continuiamo “a essere di scandalo con la nostra divisione e, soprattutto, a essere indifferenti, mostrando irresponsabilità e indolenza davanti alla grandezza di Dio, davanti ai doni e ai beni di Dio nei nostri confronti”. Noi cristiani, noi comunità cristiana siamo chiamati dal Vangelo a manifestare una comune testimonianza per affermare la giustizia e per essere strumento della misericordia di Dio in un mondo frammentato. In tale contesto le comunità cristiane hanno la possibilità di essere consapevoli della loro unità quando “convergono in una comune attenzione e una comune risposta ad una realtà di ingiustizia. Nel contempo, a fronte di queste ingiustizie siamo obbligati, come cristiani, ad esaminare i modi in cui possiamo essere stati coinvolti in queste forme di ingiustizia”. Solo entrando nella dimensione del dono gratuito nel nome di Dio, possiamo riconoscere, nella nostra vita, la pienezza dell’amore di Dio per tutta l’umanità. Come ci ha insegnato il Concilio Vaticano II, la nostra divisione “non solo si oppone apertamente alla volontà di Cristo, ma è anche di scandalo al mondo e danneggia la più santa delle cause: la predicazione del Vangelo a ogni creatura”. Se non scegliamo di fare qualcosa verso l’unità e l’accoglienza, non riusciremo più ad annunciare il vangelo e a permettergli di trasformare la nostra cultura e società. Inoltre non dobbiamo dimenticare che l’ingiustizia rende più pericolosa la divisione sociale e alimenta la divisione tra le culture, le nazioni, i popoli: le chiese non ne sono esenti. Spesso i cristiani arrivano a vivere separati gli uni dagli altri con fanatismo, odio, senza preghiera e solidarietà. Il sussidio preparato per questa settimana invita tutti a inginocchiarsi ai piedi della Croce di Cristo, “l’unico modello di amore, di fede, di speranza, di pace e di unità. L’unico vero amore con cui nessuno altro amore può essere paragonato”. Incontrare l’amore di Cristo e manifestarlo al mondo intero, sono lo strumento per sconfiggere l’ingiustizia ed essere veramente giusti. “Dio è Misericordioso, attende la nostra continua preghiera ogni giorno”. Non è sufficiente, come diversi pensano, essere buoni e giusti una volta all’anno per dimostrare la nostra volontà. “Unità e giustizia sono due realtà che arricchiscono la comprensione della comunione ecumenica e costruiscono una società pacifica e spiritualmente prospera. La potenza di Cristo perdona, guarisce, protegge e salva”. Siamo chiamati a riconoscere ogni giorno che Cristo è misericordia, accoglienza, verità e giustizia e quindi, in forza del nostro battesimo, possiamo diffondere il Vangelo, cioè che il Signore è la nostra Luce, la nostra Salvezza. Preghiamo anche noi usando le parole di Cristo nel Vangelo “perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato”.
don Alessandro Maffiolini