La fede o se vogliamo essere più concreti, l’esperienza di fede che ogni persona vive, è senz’altro un’esperienza di bellezza e di un incontro reale e vero con una presenza di Dio che vicino e più intimo a noi di quanto possiamo pensare. È un incontro che ci coinvolge interamente anche nella nostra corporeità e nei nostri sensi. Credere si trasforma a poco a poco nel respirare il buon odore di Dio, perché penetri in noi e si diffonda dalla nostra vita. Certo l’olfatto è considerato un senso primitivo e poco raffinato: invece è il solo che fa penetrare nell’intimità delle persone, aspirarne gli stati d’animo, aprendoci persino le porte della nostra intimità. Il credente è colui che rinuncia al profumo di se stesso, della propria anima, della propria vita per assumere il profumo di Dio e lasciarsi, quindi, trasformare da esso. Credere è atto di estrema umiltà: è, infatti, espropriarsi di quanto c’è di più personale. Il segreto è “svuotarsi” da se stessi per lasciare che Cristo, Buon pastore e guida delle nostre anime, riempia pienamente quel vuoto. Bisogna uscire da sé per conformarsi a Cristo. È un cammino impegnativo ma possibile, se ci mettiamo nelle sue mani e un passo per volta ci lasciamo guidare da Lui e dalla Chiesa, nostra compagnia di viaggio. La comunione con Dio, infatti, si manifesta in vari aspetti: dalla dolcezza all’interiorità, dalla gioia al dono totale e alla fiducia piena. Dio, infatti, non ci chiede innanzitutto di parlare, di compiere azioni, di intraprendere iniziative, che in un qualche modo resterebbero oltre a noi stessi, ma “di profumare con tutta la nostra persona e con l’intera nostra esistenza e col nostro stare al mondo”. Solo con un “odore” del genere possiamo attirare le altre persone e Dio alla comunione con Lui. Il frutto è quanto occorre. Dal battesimo e con la cresima e l’Eucaristia, “noi siamo il profumo di Cristo” che si diffonde nel mondo intero e sino alle sue estreme periferie. Nel vangelo, un racconto è molto istruttivo: dobbiamo imparare di più a stare insieme. Solo allora si realizzerà quello che accadde a Betania: tutta la casa si riempì di profumo. “Il Signore ci aiuti a spandere in casa e nel mondo il buon profumo di Cristo”. Profumo nella casa, la comunione. Profumo nel mondo, la speranza. Qual è questo profumo di unguento di cui dobbiamo riempire la casa e qual è questo buon profumo di Cristo che dobbiamo diffondere nel mondo? Non penso si faccia molta fatica a rispondere. Il profumo che deve riempire la casa è l’intimità nuziale con Cristo. Da lui deriva la comunione. Che non è semplice compattamento aziendale. Prendo in prestito le parole di una persona sicuramente santa e più vicina a Dio di me. Miei cari fratelli e sorelle, vi supplico in nome di Cristo e con tutta la forza che deriva dalla missione che lo Spirito Santo ha affidato ai suoi figli: deponiamo le divisioni. “È vero che, se siamo compatti ma manca lui, è inutile il nostro lavoro; però, se siamo divisi, è soltanto una pretesa quella di dire che Gesù è con noi: non è con noi”. Dire sono cristiano è solo dire delle parole vuote. Mettiamo tutto noi stessi con le nostre qualità e le nostre sofferenze: la nostra comunità e la Chiesa si riempirà tutta del suo profumo. “Il profumo che deve riempire il mondo è il servizio fraterno, ricco di speranza”.
don Alessandro Maffiolini