Siamo al momento favorevole per dare una svolta alla nostra vita. Siamo chiamati da questo tempo penitenziale a dare una svolta decisiva alla nostra esistenza e a una conversione radicale da attuare nel presente. È un appello rivolto a tutti i battezzati perché prendano la via della felicità. Inconsciamente, spesso, noi esseri umani, colleghiamo la volontà di Dio con tutto ciò che è spiacevole, doloroso; a ciò che, in un modo o nell’altro, può essere visto come umiliante la libertà e lo sviluppo individuali. È un po’ come “se Dio fosse nemico di ogni festa, gioia, piacere. Un Dio arcigno e inquisitore. Dio è visto come l’Essere supremo, il Signore del tempo e della storia, cioè come un’entità e una legge che si impone all’individuo dall’esterno; nessun particolare della vita umana gli sfugge”. Appare come un Dio che blocca la strada con le sbarre del “Tu devi”, “Tu non devi”. Invece di riconoscere una volontà d’amore che vuole solo la felicità dell’uomo, la volontà di Dio, appare a noi come una volontà nemica. La misericordia per diversi secoli è stata considerata come un’eccezione, non la regola per la Chiesa, per la catechesi, per la vita. Dal Concilio in poi, seppur con fatica, si è fatta strada quell’idea che il Vangelo di Luca ha instillato nei cristiani con le varie parabole e gesti della misericordia. Dio non solo fa misericordia a noi, ma addirittura è Misericordia. Dio è amore infinito: il peccato degli esseri umani non cambia questa realtà, ma le permette di trasformarsi. Dalla misericordia come dono si passa alla misericordia come perdono. Non dobbiamo agitarci cari amici, ma fidarci dell’iniziativa di Dio: a noi rimane il compito di lasciarci raggiungere, di arrenderci all’amore e alla sua chiamata. “Solo Dio, infatti, può attirarci, mentre a noi sta la responsabilità della risposta”. Questa è la fede, la fede che ogni battezzato ha verso Dio. Questo è il vero caso serio della vita: “Qui mettiamo a repentaglio noi stessi, lo spessore della nostra vita attuale”, la qualità delle nostre relazioni con gli altri, la nostra stessa umanità. Abbiamo la possibilità di innalzare la nostra vita sempre più verso Dio, verso il suo amore e la sua stessa Misericordia. In questo modo riacquistiamo un’autentica e vera idea di Dio stesso che ci permette di riconoscerlo come Signore della nostra vita e di percepire l’enorme potere dell’amore. Ecco perché come cristiani non possiamo stancarci di accogliere la misericordia e di chiedere che ci siano proposti itinerari catechistici in grado di far acquisire il senso autentico del messaggio cristiano. Ecco che possiamo riconoscere la voce amorosa di Dio che ci chiama alla conversione, a legarci sempre più strettamente a lui, ad accogliere il perdono che egli offre a chi è pentito, a saper perdonare come Lui fa con noi. Anche la comunità cristiana ha, quindi, la possibilità di compiere un cammino di conversione: con il perdono reciproco, con la fedeltà, il dialogo schietto e sincero e con l’eliminazione del chiacchierare e del diffamare. Lo Spirito Santo, presente con la forza del suo amore, ci rende capaci di superare il peccato e di convertirci ogni giorno all’Amore e al Perdono. Allora capiamo che non è pesante accogliere l’invito di Paolo: “Lasciatevi riconciliare con Dio”; perché scopriremo che in questa riconciliazione troveremo quella gioia intima e profonda, dono di Dio che il noi esseri umani cerchiamo con forza e interesse.
don Alessandro Maffiolini