Il compito fondamentale della Chiesa è comunicare il Vangelo. Questo si realizza, in primo luogo, facendo il possibile perché attraverso la preghiera liturgica la parola del Signore contenuta nelle Scritture “si faccia evento, risuoni nella storia, susciti la trasformazione del cuore dei credenti. Ciò però non è sufficiente. Il Vangelo è il più grande dono di cui dispongano i cristiani. Perciò essi devono condividerlo con tutti gli uomini e le donne che sono alla ricerca di ragioni per vivere, di una pienezza della vita”. L’Eucaristia diventa ed è vertice della vita di ogni battezzato: senza di Essa, siamo onesti, non è possibile essere capaci di costruire una comunione autentica. Questo ci spinge poi a intraprendere un cammino in cui siamo disposti a operare cambiamenti nella pastorale, nell’evangelizzazione e ad assumere nuove iniziative per portare il Vangelo fino alle periferie del mondo. La missione è il criterio fondamentale da inserire in ogni progetto pastorale e in ogni cammino comunitario. Il non ritrovarsi attorno all’Eucaristia, come accade oggi in molti luoghi della terra, si trasforma in una chiara impossibilità a costruire legami sinceri, duraturi e capaci di “colpire nel segno” delle persone. “Per questo i credenti sono chiamati a vegliare in ogni momento, a custodire la grazia della loro vocazione, a collaborare alla gioia e alla speranza del mondo condividendo la perla preziosa del Vangelo”. Per ogni battezzato, la missione dovrebbe ormai significare, in senso ampio, la comunicazione del Vangelo nel mondo odierno mettendo in gioco la nostra stessa vita. In questo non siamo soli: l’evangelizzazione può avvenire unicamente seguendo lo stile di Gesù raccontatoci nei vangeli. Più diveniamo simili a Lui, più diamo alla missione, la possibilità oggi di inserire Cristo nel cuore delle persone e di permettergli di rinnovare la faccia della terra. Per arrivare a questo e iniziare a vivere una missione senza confini, è necessario, innanzitutto, partire dall’interrogarci sui problemi, sulle opportunità e sui mutamenti che contraddistinguono la missione oggi. La necessaria attenzione a quanto emerge, non esprime la rinuncia alla differenza cristiana. Vi è una novità irriducibile del messaggio cristiano: indica certamente un cammino di piena umanizzazione, ma non si limita a proporre un mero umanesimo. “Il Signore ci ha fatti annunciatori della sua vita rivelata agli uomini e non possiamo misurare con criteri mondani l’annuncio che siamo chiamati a fare”. Inoltre, ricordiamoci sempre che nessuna zona umana dell’esistenza è dimenticata o inaccessibile all’amore di Dio. Il Dio cristiano è un Dio che implora una missione senza misura, senza barriere di alcun tipo. Anche se come cristiani, rischiamo sempre di costruire steccati o barriere, anche se viviamo il rischio di rimettere sempre nuovi “confini” al Vangelo, “questo mandato di Gesù ci costringe ogni volta ad andare oltre, ad abbattere barriere e censure che sono innanzitutto nel nostro cuore. Quando Gesù ci indica che il confine è sempre spostato più in là, questo deve inquietarci, non può lasciarci tranquilli”. Esiste, quindi, sempre un oltre da raggiungere, un confine da varcare, da individuare e da superare in ogni situazione. Oltrepassato, ecco aprirsi finalmente un cuore che arde per ogni essere umano, fratello o sorella. Si apre allora la strada della gioia e della felicità che non avrà mai fine.
don Alessandro Maffiolini