Nella vita quotidiana abbiamo molte occasioni per pulire il nostro corpo e, con il coronavirus, per igienizzarlo nel miglior modo possibile. Questo per evitare contaminazioni e infezioni che potrebbero causare malattie serie e dolorose. Per la vita spirituale è circa la stessa cosa, anche se abbiamo spesso l’opinione che essa non sia importante per vivere bene. Antoine de Saint-Exupéry, ne “Il piccolo principe”, racconta di questo bambino che girando tra i pianeti, ne incontra uno in cui ci sono dei semi di baobab: questi semi riescono a penetrare il suolo fin nel profondo che diventa impossibile sradicarli. Crescendo allora a dismisura avrebbero finito per disintegrare il piccolo pianeta. Il bambino ne comprende una lezione fondamentale: tutte le mattine occorre fare pulizia sul proprio piccolo pianeta per estirpare subito i semi di baobab che hanno cominciato a germogliare. È una verità importante anche per noi: rancore, risentimento, gelosia, sospetto, egoismo vanno combattuti sul nascere. Se li trascuriamo o peggio se li alimentiamo, prendono radice nel nostro cuore e “a un certo punto diventano come quelle radici secolari alle quali niente resiste e che possono dissestare le fondamenta di un edificio”. Quanto di tutto ciò, purtroppo è vero nella vita delle diverse comunità, spesso anche senza accorgersi. Si parla di vivere insieme e non si riconosce come sia fondamentale che tutti siano sempre coinvolti nelle scelte: questo è il modo con cui una decisone diventa vera e sostenuta da tutti. Troppo spesso il cuore va nella direzione dell’autoritarismo, che si esprime nella frase “Io sono il…”. Frase che è distruttiva e allontana immediatamente l’altro e blocca ogni relazione. Inoltre non permette di accedere a un vero dialogo e a un autentico cammino insieme. Pensavamo di fare del bene e invece, senza volerlo, e forse senza accorgercene, abbiamo suscitato nell’altro sofferenza unita a una reazione di paura, di difesa, di fuga che sfocia nel rancore, nel risentimento e nell’amarezza. Con la “nostra idea del bene”, distruggiamo invece di costruire. L’esperienza ci mostra purtroppo quanto questo sia difficile fare il bene secondo il Vangelo. Il Papa in una sua catechesi afferma che leggendo i racconti della prima parte del libro della Genesi, “si ha l’impressione che la preghiera sia l’argine, sia il rifugio dell’uomo davanti all’onda di piena del male che cresce nel mondo. A ben vedere, preghiamo anche per essere salvati da noi stessi”. Diventa allora importante pregare: “Signore, per favore, salvami da me stesso, dalle mie ambizioni, dalle mie passioni”. Questa preghiera provvede all’igiene del cuore. Inoltre, ci obbliga quotidianamente a pensare alle persone a cui abbiamo fatto del male in vari modi o che non consideriamo o dalle quali ci sentiamo minacciati e a chiedere al Signore la grazia di aiutarci a cambiare vita. Questa è una bella pulizia del cuore: una vita che si trasforma alla luce del Vangelo e diventa portatrice di Cristo a tutti. Per concludere usiamo una metafora di casa. Purifichiamo dunque il nostro cuore! Gettiamo via tutto il vecchiume polveroso che vi si è accumulato; laviamo il pavimento con la spazzolone, puliamo i vetri e spalanchiamo le finestre, perché aria e luce entrino nella stanza di cui vogliamo fare un luogo accogliente per tutti. Infine, cambiamoci il vestito, perché il nostro vecchio odore di tanfo non ci si appiccichi più e non ci succeda di essere buttati fuori.
don Alessandro Maffiolini