Iniziamo un periodo dell’anno liturgico, un poco particolare che ci fa camminare verso Gerusalemme in compagnia di Gesù per rivivere la Sua Passione, Morte e Risurrezione. Ora, mentre attraversiamo il deserto quaresimale, ci vogliamo impegnare a rimanere ogni giorno sintonizzati con la buona notizia. Infatti, quando siamo lontani da Gesù e dai fratelli, il rischio di perdersi e restare ripiegati su stessi è grande, così come quello di cadere nello scoraggiamento, nella tristezza o anche nella disperazione. Certo, alcune volte non è unicamente colpa nostra: gli altri preferiscono persone che sanno far ridere, che prendono la vita sul divertente, che possiedono qualità che possono piacere o che hanno potere da esercitare. Per questo ci sentiamo ancora più lontano da loro e siamo nella sofferenza. Le altre persone, invece, possono non esserlo: loro sono contenti e ciò sembra sufficiente per tacitare la loro coscienza e la loro fede e andare avanti. Il problema è, non diciamolo forte, il come si va avanti. Ma, come Gesù ci ha insegnato, Dio Padre non ci lascia soli! Questa è una certezza che attraversa l’intero vangelo e che Gesù non smette di annunciare. Papa Francesco nella sua ultima enciclica “Fratelli tutti” ha scritto: “Soltanto con questa coscienza di figli che non sono orfani, si può vivere in pace fra noi. La ragione, da sola, è in grado di cogliere l’uguaglianza tra gli uomini e di stabilire una convivenza civica tra loro, ma non riesce a fondare la fraternità”. E questo è un punto fondamentale: il vivere insieme non è sufficiente, anzi può diventare fuorviante. Anche Gesù ha “vissuto” con i suoi discepoli: sono fuggito, l’hanno rinnegato, l’hanno tradito, l’hanno venduto, non l’hanno considerato importante per la loro vita… Questi discepoli non erano fratelli, né tanto meno amici. Ecco il motivo per cui sono importanti queste settimane quaresimali. Sono una nuova occasione che a tutti è concessa dall’amore infinito del Padre per sintonizzare la nostra esistenza alla luce della Parola di Dio e cambiare gradualmente le scelte e i desideri per sentirci connessi con Gesù e tutte le persone del mondo. Dobbiamo in questi quaranta giorni iniziare almeno a comprendere il modo con cui è possibile unirsi insieme, mettersi in relazione con gli altri e con Gesù stesso. È cominciare a pensare al “plurale” e smettere di pensare al “singolare” e al solo gruppo: è uno sguardo più ampio che arriva a mettere insieme la vastità della comunità, della Chiesa e del mondo intero in quell’unico stupendo e luminoso quadro che è la Pasqua del Signore. Permettiamo dunque a Dio di connettersi, ogni istante della giornata, con le nostre vite. Saremo così capaci di portare il nostro contributo per cambiare in meglio questo nostro mondo e vivere tutti come fratelli e sorelle disposti ad amarsi, rispettarsi, accogliersi e perdonarsi. Impareremo dal Vangelo, strada facendo, che per accogliere pienamente questo messaggio di fraternità è essenziale fidarci di Dio, metterci in ascolto della sua Parola, essere sempre noi stessi coltivando la speranza e spendendoci gratuitamente per gli altri con amore tenace, proprio come ha fatto Gesù, aperti alle sorprese che il buon Dio sempre ci riserva. Quando non siamo connessi con il Vangelo corriamo il rischio di compiere scelte avventate che ci portano ad essere egoisti, a pensare solo ai nostri interessi e ad allontanarci, quindi, da Gesù e dai fratelli e sorelle. Connettiamoci tutti, senza paura e faremo tutti grandi cose per testo miniare la bellezza del Vangelo. Buon cammino quaresimale.
don Alessandro Maffiolini