Cari amici, come battezzati siamo chiamati a essere segni viventi di Gesù, il cui vero potere si esprime nel servizio e nell’umiltà verso ogni persona. Diverse volte ognuno di noi pensa e crede di essere migliore degli altri e reagisce molto male quando questo sembra non accadere o non essere riconosciuto dagli altri. Il sopravalutarsi è un rischio diffuso che nella storia ha prodotto più danni che benefici: non importa chi uno sia o quali qualità possa avere. È necessario rimanere in Gesù: senza di Lui non possiamo fare nulla. Gesù sa bene quanto sia facile, per i piccoli tralci che siamo noi, distaccarsi dalla vera vite e connettersi alle viti velenose. Queste ultime sembrano più belle, più affascinanti, più grandiose: sembrano avere i frutti più belli. Belli? Sicuramente nell’esteriorità: anche nella natura molte realtà belle nel fuori, risultano essere poi velenose e micidiali, capaci di uccidere. Dobbiamo tutti stare attenti e guardarci dalle viti che sembrano belle, attraenti, ma “alla fine indeboliscono la nostra fede, l’amore e il servizio. Quando rimaniamo in Gesù, portiamo i frutti. Sono i frutti dello Spirito Santo. Questi frutti sono Gesù stesso che viene formato dalla Spirito Santo in noi”. Rimanere in Gesù significa inoltre imitare Gesù nell’amare e nel servire. “Il mondo e l’umanità soffre di falsi servitori che generano i frutti di orgoglio, dell’egoismo, della gelosia, della divisione e della violenza”. Chi vuole essere grande e potente deve mostrare al mondo la grandezza del servizio, frutto del rimanere in Gesù. Infatti, vuol dire scegliere di vivere nella condivisione del proprio cammino con Lui. Ed ecco tre consigli che dovremmo tenere presenti. Il primo è che noi rimaniamo in Cristo quando dedichiamo del tempo adeguato alla Parola di Dio: farla penetrare nel nostro cuore e lasciarla crescere, perché il cuore si costruisca sulla solida roccia. Inoltre i sacramenti, specialmente l’Eucaristia, sono un modo privilegiato per conoscere Gesù e diventare suoi veri amici. Infine, Gesù ci apre alla carità autentica: ci porta a riconoscere Gesù nel volto dei fratelli e nella quotidianità delle nostre giornate. Rimanere in Gesù ci fa crescere come discepoli e sopratutto come uomini, perché è lui che ci permette di maturare pienamente e realizzare il bello cui tendiamo. Tutto questo permette di non servire le nostre idee, i nostri nomi, le nostre reputazioni e di superare anche le difficoltà. Rimaniamo sempre nell’unica vite di Gesù: i tralci possono trovarsi in disaccordo senza distruggersi a vicenda come alcune volte accade nelle comunità cristiane. Alcune volte occorre avere il coraggio di fermarsi. L’ascolto della Parola, gustare la presenza di Cristo nei Sacramenti e nei fratelli ha bisogno di staccare la spina dal resto dei nostri interessi. “Rimanere in Gesù è un modo diverso per dire amicizia, che necessita di tempi propri e dedizione talvolta esclusiva. L’amicizia è un lavoro artigianale, non ci si può dedicare a essa tra una cosa e l’altra. Bisogna avere il coraggio di fermarsi e fare una scelta per investire energie per alimentare l’amicizia con Gesù”. Carissimi, Gesù desidera entrare in relazione con noi, entrare in dialogo con le nostre vite. Chiediamo allo Spirito di poter sostare sempre più di fronte al Signore per poi riconoscerlo lungo la strada della mostra esistenza.
don Alessandro Maffiolini