Cari lettori dopo tre anni in cui abbiamo cercato d’impegnare i ragazzi dei nostri oratori a confrontarsi con il sogno di Dio sull’umanità e sul mondo, ecco l’apertura di una prospettiva nuova. Il tema scelto per il prossimo Oratorio estivo è il gioco! È il desiderio di partire da un’esperienza che coinvolge naturalmente i ragazzi. I ragazzi giocano. Ai ragazzi piace giocare! Può essere l’esperienza che più naturalmente unisce l’oratorio ai ragazzi. Spesso è l’esperienza che genera un primo iniziale contatto. Si va in oratorio per giocare e per giocare insieme con i propri amici. Siamo convinti che da questo contatto elementare può nascere un’esperienza di vita, di fede e di Chiesa. “Il gioco è qualcosa che coinvolge tutti, dai più piccoli ai più grandi; e proprio a loro vogliamo arrivare, invitandoli a giocare con i loro figli, nipoti, ritornando come bambini, con quella semplicità che caratterizza i loro cuori, data anche dal gioco che si vive in oratorio”. Nel sito internet dedicato al Grest inoltre ricorda come “giocare non è un’operazione banale. Il gioco è una cosa seria. Saper giocare con i ragazzi è una vera e propria forma di arte educativa. In oratorio si deve giocare tanto, sempre, e bene. Il gioco è sempre relazione che fa crescere. Attraverso il rapporto con l’altro si può imparare a rialzarsi dopo una sconfitta, a rispettare le regole e gli avversari. Attraverso queste relazioni, vissute nel gioco, possiamo crescere e diventare delle persone capaci di relazioni buone nella propria vita. In ogni comunità parrocchiale, così come in oratorio, siamo tutti chiamati a percorrere questo viaggio, che conduce dal giocare al giocarsi. Anche quest’estate la parrocchia, sentendo la gioia dei ragazzi, la passione e l’impegno degli animatori, la cura degli educatori e degli operatori, potrà scoprire che giocarsi è la condizione per aprire il cuore al senso avvincente della vita. Lo stesso logo, che è anche immagine della prima pagina, mostra che nessuno sta fermo un attimo: siamo tutti in movimento, tutti “in gioco”, tutti pronti a divertirsi. “Basta uno skateboard o un’altalena, un pallone o delle biglie, un campo in cui correre o un tavolo su cui posizionare le proprie pedine”. Basta poco per iniziare a mettersi in gioco. Esso fa parte della vita dei bambini e dei ragazzi, in modo quasi travolgente. Anche gli adulti ne sono spesso coinvolti grazie al desiderio di divertirsi, di rilassarsi e di ricercare la felicità. Necessario farlo bene e con passione, nel rispetto delle regole e nella creatività. Ci aiuta ad esaltare il bello e il buono che siamo. “E ci fa crescere, ci fa crescere tanto, nella gioia, allegramente, sfidando i nostri limiti, imparando il rispetto degli altri e tutto quanto coinvolge la vita”. È un’estate che aprirà certamente uno spiraglio sul futuro, se la vedremo non come un tempo di parcheggio dei ragazzi ma come un’opportunità per farli crescere. Aprirsi diventa allora la parola necessaria per andare nelle piazze della città, del paese, dove Dio sempre “torna a dimorare”, ogni volta che sappiamo riconoscerlo. “È la presenza di Dio che “fa casa”, “fa ambiente”, “fa campo” affinché chi dimora con lui possa trovare la tranquillità e la serenità del gioco e nel gioco”. Solo se in noi entra la presenza di Dio, siamo pieni di vitalità e di coraggio. Allora potremo annunciare a tutti e senza paura che ogni gesto della nostra vita può davvero essere illuminato dal Vangelo.
don Alessandro Maffiolini