Con la fiaccolata che partirà dal Santuario del Varallino, vogliamo riprendere ufficialmente le attività dell’anno oratoriano (peraltro già riaperto dal martedì alla domenica). È un inizio con cui desideriamo ritornare all’essenzialità della nostra fede “comunicando la bellezza di una vita che si spende per amore e dando testimonianza di una comunità dove ci si ama gli uni gli altri”. Percepiamo sempre più che Dio è amore. In quest’anno di “possibile rinascita”, puntiamo sulla scoperta di ciò che rende felici e su un’attenzione che coinvolge una fascia d’età specifica: gli adolescenti. Ricominciamo da ciò che conta di più. Ricominciamo da quella parola che dona significato a tutto il resto. È la parola del Signore Gesù che ci affida il comandamento dell’amore, che ci assicura la vittoria e ci libera dal male, che ci fa conoscere chi è Dio e “ci dona la gioia di vivere, perché uniti a Lui la vita è felice e dura per sempre. Comunicare questo messaggio ai ragazzi e alle ragazze che ci sono affidati è lo scopo del nostro fare comunità ed essere in oratorio”. Non dobbiamo avere paura di accogliere la sfida di rispondere all’emergenza educativa di questo tempo, puntando sulla forza Vangelo. Questa è la nostra certezza e la nostra vera forza. Le parole di Gesù ci spingono a cambiare, a metterci in relazione di amicizia e fraternità, gli uni con gli altri, “a vivere reciprocamente il rispetto e l’affetto, uniti nell’amore e nella pace, facendo del servizio lo stile per crescere in oratorio, in famiglia e in ogni ambiente di vita, prendendoci cura gli uni degli altri”. In questo, come anche in un oratorio, non esistono specialisti: abbiamo solo bisogno di persone che amano i giovani e gli adolescenti e cercano di metterci “in contatto” con loro per fargli sperimentare la gioia di stare con Cristo. Certo è necessario averlo un poco incontrato e stare camminando con Lui almeno nella messa. Nel messaggio per la festa di apertura degli oratori 2021, l’Arcivescovo di Milano invita a fare dell’oratorio un “terreno buono” dove imparare a ringraziare per il dono della vita; a fare dell’oratorio un “messaggero” di “messaggi irrinunciabili”, in cui si distingue la voce di Gesù dalle altre; a fare dell’oratorio un “cenacolo” da cui partire per la missione, per andare lontano e “aggiustare il mondo”. Quanto è bello questo. È metter da parte i particolarismi dei vari gruppi e ricordarsi definitivamente che in oratorio (e anche nella comunità parrocchiale) s’impara ad amarci gli uni gli altri, reciprocamente, secondo lo stile di Dio. Questo arricchisce tutte le persone che frequentano l’oratorio e li aiuta a comprendere come la comunità cristiana è in cammino verso l’unità fondata sulla fede in Gesù. Noi battezzati possiamo annunciare quindi il dono della vita, amarci reciprocamente e sperimentare così la gioia del Vangelo. L’obiettivo è ripartire “non puntando al ribasso, ma con un forte desiderio di vita piena che è presente in ciascuno di noi, desiderio che Cristo vuole aiutare a realizzare, perché solo Lui può donare pienezza alla nostra esistenza”. Quest’anno invitiamo tutti, con costanza e senza timore, a cercare il Signore con maggiore tenacia. “Vi vedrò di nuovo” è una promessa che si realizza nell’esperienza quotidiana di chi cerca o si rimette a cercare Gesù sempre e “di nuovo”. Auguri allora al nostro Oratorio: vai avanti, noi siamo con te e ti sosteniamo sempre. E allora: vai Oratorio e non fermarti mai.
don Alessandro Maffiolini