Iniziamo il mese di ottobre: nella Chiesa italiana è dedicato in modo particolare alla preparazione e alla celebrazione della Giornata Missionaria Mondiale che ricorre sempre nella penultima domenica del mese. È un appuntamento annuale che ha il desiderio di alimentare “la fraternità universale della Chiesa, ossia la comunione con tutte le Comunità Cristiane sparse nel mondo, oltre all’impegno di solidarietà con le Chiese di più recente formazione, con quelle che vivono nei Paesi più poveri e con quelle che soffrono persecuzione”. Inoltre, per la vita pastorale delle parrocchie, il “mese missionario” diventa l’occasione per aiutare le nostre comunità cristiane e tutti i credenti ad alimentare la propria “missione” nella Chiesa e nel mondo. Il tema che è proposto completa un percorso triennale di formazione missionaria che è stato pensato come sviluppo del Mese Missionario Straordinario voluto da Papa Francesco nel 2019. Siamo stati invitati la vocazione missionaria che è di tutti i battezzati (2019); a vivere il progetto di Gesù come discepoli che amano come Lui ha amato (2020); annunciare il Regno di Dio, che verrà e che è già germogliato in mezzo a noi (2021). È proprio quest’ultimo tema che scopriremo nei prossimi trenta giorni e cercheremo di interiorizzare per essere cristiani migliori e aperti agli altri. Diverse volte abbiamo l’impulso ad esprimere le nostre opinioni davanti agli altri. Esiste anche un bisogno di comunicare a proposito della fede. Nel libro degli Atti degli Apostoli, troviamo scritto: “Noi non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato” (At 4,20). L’incontro con Cristo spinge a parlare e annunciare il Vangelo anche a costo di minacce. Oggi in molti paesi proclamare la fede è rischioso; può essere considerato una minaccia per la sicurezza nazionale; si può essere arrestati. Anche nei cosiddetti paesi occidentali, spesso non si ha liberta di annuncio: si è più portati a pensare alla fede come un qualcosa di personale e da tenere per se e che non è capace di dare una visone della vita necessaria a dare felicità agli esseri umani. Dobbiamo riacquisire quelle logiche di vivere il vangelo che sono alla base dell’annuncio stesso della fede cristiana. È bello guardare ai testimoni, specialmente a quelli che hanno pagato col proprio sangue un annuncio entusiastico del Vangelo che non guardava né in faccia ai potenti né alla comodità della propria vita né agli applausi e al successo. In fin dei conti il Vangelo diventa annuncio autentico solo attraverso la grande sconfitta della Croce. Ed è proprio questa che, portando alla Risurrezione, permette di riconoscere come il Regno di Dio è già inaugurato, è già presente: dovremmo saperne leggere i segni e, da autentici missionari, farlo conoscere “perché sia una speranza rigeneratrice per tutti”. Essa ci permette di sentire la vicinanza di Dio. E, ancora, ci dona la possibilità di mettere a fuoco il fatto che la fede stessa ci dà una base solida, capace di affrontare tranquillamente le sfide della vita. Di fronte a queste esperienze così essenziali, non possiamo tacere. Diventare missionari significa testimoniare con la vita di conoscere Gesù e farlo non a parole, ma con la vita. Sanno che la fede non è propaganda o proselitismo, è rispettoso dono di vita. Riscopriamo di essere figli del Padre celeste: non potremo allora tacere la gioia di essere amati e la certezza di essere sempre preziosi agli occhi di Dio. Buon mese di ottobre.
don Alessandro Maffiolini