Normalmente le varie giornate o settimane di preghiera passano inosservata nella maggior parte delle parrocchie. Si hanno sempre tante attività già programmata da settembre che non possono avere possibilità o essere riprogrammate.
In questo mondo fragile e incerto cerchiamo una luce, un raggio di speranza dall’alto. Circondati dal male, cerchiamo quel che c’è di buono in noi, ma molto spesso siamo così sopraffatti dalla nostra debolezza che la speranza svanisce. Riponiamo la nostra fiducia nel Dio che adoriamo. Non ci aspettavamo, però, che l’intervento di Dio fosse una Persona, e che il Signore stesso sarebbe stato la Luce in mezzo a noi. Il dono di Dio per noi è “uno spirito che ci dà forza, amore”. Non è confidando nelle nostre forze e nelle nostre capacità che procederemo sulla strada verso questa luce perfetta, ma solo per la potenza dello Spirito Santo di Dio.
Inoltre Gesù, dopo l’ultima cena, quasi come testamento, ha pregato per i suoi, perché “tutti siano una sola cosa”. Gesù ha pregato il Padre per questo. Ciò significa che non bastiamo noi, con le nostre forze, a realizzare l’unità. L’unità è anzitutto un dono, è una grazia da chiedere con la preghiera. Ciascuno ne ha bisogno. Infatti, ci accorgiamo che non siamo capaci di custodire l’unità neppure in noi stessi. Già san Paolo in una sua lettera ricordava che la radice di tante divisioni che ci sono attorno a noi, è dentro di noi. La soluzione alle divisioni, dunque, non è opporsi a qualcuno, perché la discordia genera altra discordia. Il vero rimedio comincia dal chiedere a Dio l’umiltà, la pace, la riconciliazione, l’unità.
In questo i cristiani dovrebbero essere avvantaggiati. È però paradossale che il Battesimo, il quale fa dell’uomo un membro vivo del Corpo di Cristo, non abbia molto posto nella coscienza esplicita del cristiano e che la maggior parte dei fedeli non sentano l’ingresso nella Chiesa attraverso l’iniziazione battesimale come il momento decisivo della loro vita. Col Battesimo che ci inserisce nella Chiesa e ci rende abitati dallo Spirito Santo, dovremmo, con la nostra crescita spirituale, essere costruttori di unità. Con esso, infatti, ci riscopriamo fratelli e sorelle gli uni gli altri e lo siamo realmente.
Questo, alcune volte, non basta: l’unità rimane distante a causa delle nostre scelte e del nostro orgoglio che ci fa pensare spesso solo ai nostri interessi.
Papa Francesco ricorda: “In questo tempo di gravi disagi è ancora più necessaria la preghiera perché l’unità prevalga sui conflitti. È urgente accantonare i particolarismi per favorire il bene comune, e per questo è fondamentale il nostro buon esempio: è essenziale che i cristiani proseguano il cammino verso l’unità piena, visibile”. E ancora: “Negli ultimi decenni, grazie a Dio, sono stati fatti molti passi in avanti, ma occorre perseverare nell’amore e nella preghiera, senza sfiducia e senza stancarsi. È un percorso che lo Spirito Santo ha suscitato nella Chiesa, nei cristiani e in tutti noi, e dal quale non torneremo più indietro. Sempre avanti”.
Crediamo che nei luoghi in cui viviamo, possiamo lottare per far crescere l’unità con gli strumenti che Dio ci ha dato: la preghiera e l’amore.
Mettiamo da parte la conflittualità, eliminiamo il chiacchiericcio, lo sparlare degli altri: queste dividono la comunità cristiana e non permettono di testimoniare come è l’amore che ci unisce e ci fa vicini a tutti.
Siano pertanto, la preghiera e la testimonianza concreta, il punto di partenza per aiutare Gesù a realizzare il suo sogno: che tutti siano una cosa sola.
don Alessandro Maffiolini